Corriere di Bologna

«La Virtus è il primo amore, non lo scordo Mi farà effetto sfidarla in casa al PalaDozza»

Ex capitano bianconero, ora guida Casale: «Abbiamo entusiasmo, proveremo il colpaccio»

- Luca Aquino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Fabio Di Bella, dieci anni fa da capitano della Virtus raggiungev­a la finale scudetto. Domenica la affronterà con Casale nel primo turno dei playoff di A2. Sfida particolar­e per lei? «Sicurament­e è una serie che mi dà grandi stimoli. Il mio obiettivo, e quello di Casale, è di affrontarl­a con umiltà ma anche con la voglia di vincere contro ogni pronostico. Sono stato capitano della Virtus, ho vissuto tanti bei momenti a Bologna, e l’idea di trovarmela contro in A2, sebbene mi dispiaccia per la retrocessi­one, mi dà grandi motivazion­i».

Bei momenti nei primi due anni, il secondo culminato nella finale scudetto 2007.

«In quel mio secondo anno ricordo il derby di andata giocato in casa e vinto. Due giorni dopo sono andato sotto i ferri per un’operazione di ernia del disco: soffrivo tantissimo, ma il derby volevo giocarlo e vincerlo a tutti i costi. Ricordo anche l’entusiasmo che si era creato per la finale scudetto, bellissimo».

Il terzo anno fu invece più complicato.

«Fu un anno di cambiament­i. Non si è dato seguito a un progetto vincente, con innesti particolar­i e l’avvicendam­ento anche in panchina. Con rammarico, ognuno ha preso la propria strada, fa parte del gioco, ma sarò sempre legato al mondo Virtus. Non ho mai negato di tifare per le V nere fin da bambino e questa è una cosa che ha dato fastidio ai fortitudin­i quando ero a Caserta, tifoseria con la quale sono gemellati».

A proposito di Fortitudo, si giocherà al PalaDozza. Per la Virtus sarà uno svantaggio non essere sul proprio campo? «Non credo, è un impianto più piccolo e probabilme­nte ci sarà un tifo ancora più caldo. Mi sembrerà strano giocare lì perché nella mia carriera è sempre stato il campo della Fortitudo».

Quest’anno è arrivato a Casale e ha ritrovato Blizzard, un altro che c’era in quella Virtus da finale scudetto.

«Siamo carichi entrambi al punto giusto, contenti di affrontare la Virtus perché vivere questo tipo di emozioni è molto bello».

Virtus e Fortitudo sono le favorite per la promozione?

«Difficile da dire perché i due gironi sono in pratica due campionati separati. La stagione ha fin qui detto che Biella è superiore alle altre dalla nostra parte, mentre a Est c’è un terzetto che non comprende la Fortitudo. Conoscendo Bologna so che tutti si augurano il derby per la promozione, sarebbe una finale quasi paragonabi­le a quelle precedenti per lo scudetto».

Il vostro slogan playoff è: «It’s possibile». La sfida alla Virtus è quindi possibile?

«È uno slogan che descrive la nostra stagione. Siamo partiti male e guardavamo alla zona retrocessi­one e playout, poi c’è stata una svolta e abbiamo raggiunto i playoff. Tutto è possibile, abbiamo entusiasmo e consapevol­ezza per aver raggiunto un risultato per nostri meriti e non per caso».

A distanza di dieci anni come è cambiato Fabio Di Bella?

«Sono sempre lo stesso, col sorriso, l’entusiasmo e la voglia di giocare. Sono passati tanti anni, ho dovuto adeguare il mio gioco al mio fisico, ma la testa è sempre quella e i momenti belli e brutti li ho nel cuore. Bologna sarà sempre un pezzo importante della mia vita».

Da quando gioco, piazza Azzarita è il campo della Fortitudo Sento grande emozione, con la V ho giocato una finale scudetto da brividi

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