Addio a Matteuzzi, filosofo d’impegno politico
Il docente era stato oppositore della riforma Gelmini e candidato per Coalizione Civica
Se n’è andato in un lunedì di sole, due giorni fa. Maurizio Matteuzzi, 69 anni, filosofo del linguaggio e studioso d’intelligenza artificiale, lascia un vuoto profondo nell’Alma Mater dove ha insegnato, pubblicato e vissuto in questi ultimi 40 e passa anni.
Una perdita improvvisa. Matteuzzi, riservato e defilato, ricercatore poliedrico, noto per le sue pubblicazioni su Leibniz, allievo di Enzo Melandri, compagno di studi e di scrivania di Stefano Bonaga, negli ultimi anni si era improvvisamente avvicinato alla politica e alla ribalta pubblica: «te lo fai da sempre, adesso è il mio turno», gli diceva scherzando riferendosi all’impegno riversato nel collettivo «Docenti Preoccupati» impegnato contro la riforma Gelmini, quindi sul tema della scuola pubblica e poi con la candidatura al quartiere Santo Stefano per Coalizione Civica. Di questi argomenti scriveva anche sul quotidiano Il Manifesto. Sempre pungente e puntuale, lucido nelle analisi e dotato d’ironia come quando, dopo l’irruzione della polizia nella biblioteca del 36, auspicò un ritorno al Medioevo ovvero all’editto del 1155 dell’Imperatore Federico Barbarossa concedente protezione speciale per gli studenti che si concretizzava nell’offerta di una serie di immunità, diritti, e tutele, per il ceto magistrale e studentesco. Lo sguardo del filosofo superava i tornelli e si concentrava sul problema di cittadinanza degli studenti, sul loro destino politico. Terreno di grande coinvolgimento e sofferenza.
Un perdita non solo accademica. Matteuzzi, bolognese doc di fede rossoblù, a due anni dalla pensione, lascia la moglie Giulia, scrittrice, e un figlio. Già da alcune settimane si vedeva di meno, poi, due giorni fa la notizia e a cascata le testimonianze su Facebook.
Si è occupato di temi all’avanguardia a livello teorico come la teoria e il sistema dell’intelligenza artificiale, ma era anche un ottimo logico-matematico finendo per insegnare anche in quella facoltà. Esponente d’eccellenza di quel ricco filone umanista dell’università bolognese che ha fatto lezione e ricerca e poi dato contributi in silenzio, come per la nascita di Iperbole: Bonaga con la visione politica e lui con l’architettura ovvero la parte tecnica (insieme a Cineca). Ancora da stabilirsi l’orario e il luogo del funerale che verrà celebrato venerdì.