Conflitto d’interessi, no della Fondazione Ok al bilancio 2016
Il bilancio viene approvato con sei astenuti e la modifica delle norme che regolano i conflitti d’interessi non passa. In Fondazione Carisbo la pace è ancora lontana, a pochi giorni dalle dimissioni «irrevocabili» e poi ritirate del presidente Leone Sibani. Ieri il consuntivo 2016 è passato, ma con il voto di poco più della metà dei componenti del Collegio d’indirizzo. In sei si sono astenuti: si tratta di Filippo Bitetti, Andrea Graziosi, Rosanna Favato, Giorgio Diritti, Simona Tondelli e Fabio Fava, tutti nominati dalle istituzioni. Il mancato voto a favore del bilancio è arrivato dopo una lunga discussione su un finanziamento presente nel bilancio di missione: quello da 250 mila euro all’Arcidiocesi e alla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII, di cui è segretario lo storico delle religioni Alberto Melloni che fa parte anche del Collegio d’indirizzo di Palazzo Saraceni. Secondo il professore universitario il contributo era regolare e non in conflitto d’interessi perché mancava un «diretto vantaggio» come prescrive lo Statuto. Per gli astenuti, il regolamento lo avrebbe dovuto comunque impedire. Non si è trovata una sintesi e, alla fine, il bilancio è stato approvato a maggioranza. I numeri del consuntivo restano invariati: un utile record da 26,2 milioni, quasi doppio rispetto a quello del 2015, di cui venti saranno destinati alle erogazioni e 6,2 al consolidamento del patrimonio. Nulla di fatto su tutto il resto. La maggioranza puntava a cambiare la norma del regolamento che impedisce le erogazioni «ad enti esterni dei quali faccia parte uno o più membri della Fondazione». Anche in questo caso, però, è arrivata l’opposizione dei membri del Collegio designati dalle istituzioni. E alla fine la proposta non è stata votata: è stata nominata una commissione, l’ennesima, che tenterà di trovare un’ armonizzazione tra Statuto e regolamento.