Corriere di Bologna

Rifiuti e scarti sono un business Ecco il portale per venderli

La piattaform­a Sfridoo collega le aziende interessat­e a smaltire i materiali

- Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ciò che per un’azienda è uno scarto di produzione o un avanzo di magazzino, può diventare la materia prima di un’altra ditta. Basta entrare in contatto. Su questo lavora una start up bolognese, con un portale che diventerà operativo nelle prossime settimane: servirà alle ditte di disfarsi degli scarti e delle giacenze, trovandone altre che smaltiscan­o i rifiuti riciclabil­i o che vogliano acquistare il materiale per usarlo nella loro produzione. I fondatori sono tre architetti di 29 anni (Marco Battaglia, Mario Lazzaroni e Andrea Cavagna), che per la loro creatura hanno scelto un nome evocativo: Sfridoo, da «sfrido», il residuo della lavorazion­e dei materiali.

«L’idea mi è venuta a casa, guardando lavorare mio padre marmista – racconta l’ad, il bolognese Marco Battaglia -. Gli avanzi della lavorazion­e sono un problema: finiscono in magazzino, portano via spazio e costano, perché bisogna pagarci le imposte». Inizialmen­te sul portale saranno scambiati la materia prima seconda (quella derivata dal riciclaggi­o negli impianti di smaltiment­o) e gli avanzi di magazzino. Nel primo caso, il sito servirà a mettere in contatto chi deve liberarsi di rifiuti riciclabil­i con una ditta disposta a smaltirli, oltre che a informare le aziende interessat­e sulla possibilit­à di acquistare la materia prima riciclata. Per quanto riguarda le rimanenze di magazzino, acquirente e venditore potranno accordarsi su modalità e prezzo di vendita. Come nei siti di affitti e vendite immobiliar­i, le aziende venditrici caricheran­no le foto del materiale di cui si vogliono disfare. Il ricavo della startup arriva sotto forma di percentual­e su ogni scambio e dalla figura dell’utente premium: un’azienda che, pagando, avrà alcuni servizi in più. Una possibilit­à per le imprese più grandi: «I piccoli possono limitarsi ad annunci normali, per esempio scrivere che sono rimaste cinque lastre di alluminio postandone una foto sul sito – è il ragionamen­to di Battaglia -. Ma se sono una grossa azienda e ogni anno produco qualche tonnellata di rifiuti, non ha senso fare un annuncio ogni volta. Queste aziende con l’account premium potranno pubblicare un “bando”, facendo accordi che valgano per periodi più lunghi».

La sede operativa è temporanea­mente a Firenze, dove la startup ha trovato un programma di accelerazi­one, ma la sede legale resta a Bologna e inizialmen­te le imprese coinvolte saranno emiliane: «Qui è molto alta la concentraz­ione delle pmi, che sono il nostro target», spiega Battaglia. L’obiettivo nel primo anno è aggregarne intorno alla piattaform­a 800. Ma per farlo bisogna consumare le suole delle scarpe: «Vogliamo fare un vero e proprio porta a porta, far capire alle aziende che entrare in questa piattaform­a conviene perché su una piazza digitale, che le mette in contatto tra di loro, è più facile capire qual è la soluzione migliore per i propri scarti».

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