Le maestre gender nel mirino di Forza Nuova
Le maestre: la storia del matrimonio fra due bambini maschi è falsa. Il sindaco: basta alimentare questo astio
Dopo la bufera di quest’inverno per aver fatto vedere lo spettacolo gender «Fa’afafine» agli alunni, le maestre di Poggetto, a San Pietro in Casale, ancora nel mirino di Forza Nuova, che ha appeso un altro striscione a scuola. Per una notizia falsa. Il sindaco: «Brutto clima, ora denunciamo».
Doveva essere finito tutto con la bufera scatenata dallo spettacolo gender per le scuole «Fa’afafine», messo in scena a gennaio nel teatro di Castello d’Argile per gli istituti comprensivi di San Pietro in Casale, Pieve di Cento e San Giorgio di Piano. E invece il clima di tensione nel territorio dell’Unione Reno Galliera in questi mesi è addirittura peggiorato. Ed è culminato — proprio come era successo a gennaio — con un blitz di Forza Nuova nella scuola elementare Rodari di Poggetto, frazione di San Pietro in Casale: l’altra notte gli estremisti di destra hanno appeso un altro striscione sul cancello dell’istituto, con su scritto: «La vostra cultura è contro natura». Un gesto stigmatizzato con forza sia dal provveditore che dal sindaco di San Pietro in Casale, Claudio Pezzoli, che ha deciso di sporgere denuncia per il grave fatto.
Ma per capire come si è arrivati fin qui, bisogna tornare indietro a una settimana fa, quando sul sito web de «Il Giornale» è apparsa una notizia riguardante la messa in scena, nella scuola di Poggetto, di un matrimonio tra due bambini di sesso maschile con tanto di bacio finale. Uno «spettacolo», riportava il quotidiano, dietro cui ci sarebbe stata la regia di due maestre di una classe terza. Tutto falso. Quell’episodio, così come hanno dichiarato ufficialmente le maestre alla propria dirigente scolastica, non è mai esistito. «Tutto inventato», hanno scritto docenti e preside a «Il Giornale», che ha poi smentito la notizia.
Ma ormai il danno era stato fatto. E giovedì sera gli estremisti di Forza Nuova hanno appeso alla scuola lo striscione con le stesse parole, più o meno, di quello appeso a gennaio. E hanno rivendicato anche il gesto. «Ci stiamo adoperando — ha scritto su Facebook Mattia Piras, coordinatore regionale di Forza Nuova — per scoprire la verità e se la notizia è vera non staremo inermi lasciando i bambini nelle mani di alcune maestre, femministe convinte e progender che, oltre a fare attività presso un’associazione locale vicino alla lobby Lgbt, tentano di inculcare l’innaturalezza di questi comportamenti deviati durante le ore scolastiche».
«Peccato che tutto questo non sia mai successo e nemmeno riusciamo a capire come si sia arrivati a poter scrivere una cosa del genere», replicano le maestre, supportate dalle colleghe e dalla maggioranza dei genitori. «Faremo denuncia», assicura Silvia Bertozzi, una delle maestre di terza elementare chiamate in causa. «Questi attacchi — spiega la docente — sono iniziati a gennaio, in seguito alla nostra scelta di confermare la visione dello spettacolo Fa’afafine con la nostra classe».
Un clima di tensione, quello creatosi a San Pietro in Casale, che preoccupa il sindaco Claudio Pezzoli. «Farò denuncia anch’io — annuncia —, sono andato personalmente a togliere lo striscione dalle scuole Rodari. Così si fa solo male ai bimbi, c’è evidentemente qualcuno che sta alimentando questo astio, ma bisogna smettere subito».
È intervenuto sulla vicenda anche il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Giovanni Schiavone. «Manifesto alle docenti la mia solidarietà — ha detto ieri — bisogna smetterla con queste polemiche: lasciamo stare la scuola e lasciamo fuori i bambini. Le maestre hanno assicurato formalmente alla dirigente che i fatti raccontati sono un falso. Quanto è successo offende tutti noi e il senso della scuola».