Lawson chiude i giochi Virtus, ora c’è la finale
Playoff Dopo un primo tempo irriconoscibile, la Segafredo domina la ripresa: finisce 77-57 Strepitoso Lawson (27 punti e 13 rimbalzi). Ora nove giorni di riposo prima di gara 1
FORLÌ Mezza Virtus è abbastanza per raggiungere la finale. Dopo un primo tempo irriconoscibile, la Segafredo mostra la sua faccia migliore nel secondo, mette la freccia e sorpassa a tutta velocità una Ravenna che nella prima metà aveva sognato di poter riaprire la serie, chiudendo in goleada 57-77.
L’uomo che firma gara 3 è Kenny Lawson con una prestazione strepitosa: 27 punti e 13 rimbalzi, stravincendo il duello con Smith e dando eccellenti segnali in difesa. Il tiro da tre non è entrato neanche questa volta (6/24, serie vinta tirando 17/72) e nel primo tempo è stato un grosso problema perché la Virtus non aveva la solita intensità.
Nell’intervallo Ramagli sveglia i suoi tenendoli nello spogliatoio 10 minuti abbondanti e la squadra cambia faccia. Ndoja fa il capopopolo, si tuffa su una palla vagante, la serve a Umeh e poi Gentile appoggia. Le due triple dell’albanese girano la partita nel terzo quarto e dopo è solo discesa. Adesso ci saranno nove giorni prima di gara 1 di finale, un tesoretto importantissimo soprattutto per Umeh, uscito ancora una volta acciaccato per un colpo alla solita anca.
Battaglia vera fin dall’inizio, con tanti contatti e un Lawson subito efficace in area. La Virtus attacca verso il settore dove ci sono quasi duemila bolognesi, ma continua a non trovare la via da tre. Si vede poca qualità nella pallacanestro delle due squadre, l’attacco di Ravenna vive sulle scorribande di Sabatini quello della Segafredo non fa circolare la palla e in questo modo non trova mai vantaggi sulla buona difesa di Martino.
Il primo sorpasso lo firma Raschi (17-15) in avvio di secondo quarto, il momento peggiore dei bianconeri che restano oltre cinque minuti senza segnare. Ravenna allunga fisiologicamente grazie alle incursioni di Tambone (33-23) perché la Virtus è completamente svalvolata in attacco. I piccoli, Rosselli compreso, vanno all’intervallo con 4/24 totale al tiro e la percentuale da tre è da censurare: 1/15 a metà. Solo Lawson ha presa sulla partita con 11 punti e 7 rimbalzi, il resto della squadra (6/26 al tiro) è assente ingiustificato tanto che il dominio a rimbalzo d’attacco non viene concretizzato. Gli 11 palloni conquistati sotto il tabellone avversario producono appena 4 punti, cifre che condannano al -8 dell’intervallo (33-25) con Ramagli che tiene a rapporto la squadra per oltre 10 minuti cercando di innescare una reazione dopo un primo tempo pigro e distratto.
L’effetto è immediato, in campo torna un’altra Virtus e si capisce subito che la partita è cambiata. Lawson continua a dominare, il pareggio 35-35 è suo, il sorpasso arriva con due triple di Ndoja e quella di tabellone dello stesso Lawson sull’ultima azione del terzo quarto (45-51) è un segnale abbastanza inequivocabile di come il vento sia cambiato. La Virtus ha segnato più punti nel terzo quarto (26) che in tutto il primo tempo (25).
Ribaltato l’incontro arriva il momento di chiuderlo. Gentile, in una serata di scarsa mira (3/10), capisce il momento e colpisce, Rosselli si sblocca dall’arco per il +10 (47-57) quando Martino ha già capito come andrà a finire e sfoga la sua frustrazione in una protesta che gli costa un tecnico. Mancano sei minuti, è lunghissima ma di fatto è già finita. Lawson mette i due cesti dell’allungo, Umeh le ultime banderillas quando la festa è già partita.