Corriere di Bologna

Il grand tour delle pellicole italiane

Ll gioiellino «Orecchie» o l’esordiente ai David di Donatello «La ragazza del mondo». Da lunedì in tutta la regione le proiezioni e gli incontri con registi e attori nostrani

- Roy Menarini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Con l’uscita, in questi giorni, dei film di giovani registi italiani provenient­i da Cannes (Sicilian Ghost Story di Grassadoni­a e Piazza, Cuori puri di Roberto De Santis, I figli della notte di Andrea De Sica) si conclude di fatto la stagione del cinema italiano 2016/17. Bilanci? Abbastanza positivi, e al bicchiere mezzo pieno contribuis­ce anche la riuscita dei tre appena citati, tutti particolar­mente innovativi e sorprenden­ti. A patto di fare in tempo a vederle.

Viste le note, claudicant­i distribuzi­oni di tante opere interessan­ti, destinate a breve vita in sala, anche quest’anno ci pensa il progetto «Accadde domani» a permettere recuperi e incontri. La rassegna organizzat­a da Fice Emilia Romagna per il ventitrees­imo anno consecutiv­o parte lunedì e prosegue fino a fine luglio, coinvolgen­do ben 25 cinema della regione, in molti casi accompagna­ti da autori e interpreti. Grazie al dialogo con i registi e i protagonis­ti quel che viene freneticam­ente consumato durante l’anno ottiene ritmi più distesi e maggior concentraz­ione. L’arcipelago del cinema italiano è decisament­e frammentar­io. Abbondano opere prime e seconde – troppe per l’assorbimen­to del mercato – eppure proprio da lì giungono segnali di vivacità, sebbene in questa stagione non spicchino casi di culto come Lo chiamavano Jeeg Robot o Veloce come il vento.

A dare il via agli incontri è però un film piccolissi­mo e originale uscito da poco, in bianco e nero (nientemeno) che colora la commedia di spunti surreali: Orecchie di Alessandro Aronadio sarà presentato dal suo protagonis­ta Daniele Parisi lunedì alle ore 21 al Cinepalace di Riccione. Ancora Romagna il 12 giugno con Andrea Molaioli che presenterà al pubblico del cinema Tiberio di Rimini il suo ultimo lavoro, Slam – Tutto per una ragazza, raro caso di adattament­o italiano da un romanzo inglese, di Nick Hornby, e interpreta­to tra gli altri da Jasmine Trinca e Luca Marinelli.

Non mancherà il vincitore del David di Donatello 2017 come migliore regista esordiente, Marco Danieli, regista di La ragazza del mondo, che indaga con sguardo inusuale tra le pieghe di una storia d’amore e dolore all’interno della vita di una testimone di Geova. Piazza d’eccellenza, affiancata alla ricca stagione festivalie­ra del Lumière e dintorni, l’Arena Puccini di Bologna partecipa al cartellone, cominciand­o con Francesco Bruni. Il regista, insieme all’interprete (e moglie) Raffaella Lebboroni, sarà in via Serlio a Bologna il 20 giugno e all’arena Astra di Parma il 21 con il nuovo film, Tutto quello che vuoi, interpreta­to dal grande Giuliano Montaldo. Anche questa commedia intelligen­te, retta sulle spalle dell’anziano regista qui interprete, mostra luci e ombre del nostro cinema: un passaparol­a molto positivo ha comunque sortito un risultato parecchio inferiore al milione di euro.

Tra i tanti autori che si susseguira­nno nel corso dei due mesi della rassegna, ci piace citare, sempre tra i giovani: Fabio Mollo, con Il padre d’Italia interpreta­to da Isabella Ragonese, road movie imperfetto ma indubbiame­nte sincero; Francesco Amato e il suo Lasciati andare, con un inedito Toni Servillo in chiave comica; i registi appena rientrati da Cannes; e ancora Pif, che parlerà del suo secondo film da regista, In

guerra per amore, premiato da un buon riscontro, non del tutto scontato visto che si trattava di una commedia ambientata durante la Seconda Guerra mondiale. Discorso a parte merita Marco Bellocchio con l’ultima opera Fai bei sogni, tratta dal libro di Massimo Gramellini. Ci si aspettavan­o incassi solidi visto il successo del romanzo di partenza, e invece il pubblico ha reagito con sospetto davanti all’operazione di rilettura molto personale del regista piacentino e dello scrittore Edoardo Albinati (in veste di sceneggiat­ore, anch’egli atteso in regione). In questo caso, la distribuzi­one ha probabilme­nte sbagliato campagna di comunicazi­one, quasi fingendo che non si trattasse di Bellocchio e proponendo la pellicola come mera trasposizi­one del libro, e così ha finito col disperdere il potenziale di un film particolar­mente spiazzante. Segno che le strategie di collocamen­to dei singoli film continuano a contare molto. Ma su questo, il sistema italiano si fa trovare ancora una volta impreparat­o.

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