Corriere di Bologna

La vedova e gli amici del bar Gallo «Ormai ci sentiamo presi in giro»

Lo sfogo della signora: «Io sto male, mio suocero si sta lasciando morire» I membri dell’associazio­ne: «Faremo le ronde, altro che non reagire...»

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È in un angolo piegato e con i bordi strappati lo striscione incriminat­o e rimosso venerdì sera dai vigili urbani di Budrio, su segnalazio­ne dei carabinier­i. Era sistemato sul guardrail di fronte al bar Gallo della Riccardina dove, il primo aprile, il barista Davide Fabbri è stato ucciso dal latitante serbo Norbert Feher alias Igor Vlacavic. «Due mesi di niente. Ministro via» c’era scritto. E la vedova Fabbri, affacciata alla finestra, quando ha visto la municipale ha perso la testa: «Ma andate a cercare Igor piuttosto», ha urlato.

«Ma come si può? Come si possono mandare cinque vigili urbani alle 21.30 a togliere uno striscione. Chissà quale crimine è averlo messo lì in un posto pubblico dove non potrebbe stare — commenta amareggiat­a il giorno dopo la vedova Fabbri —. Ieri sera mi sono agitata tantissimo, sono stata male tutta la notte e questa mattina mia sorella è arrivata dall’ospedale dove lavora perché non stavo bene. Mi ha fatto male vedere la pattuglia dei vigili che è arrivata di sera, pensavo mi fossero venuti a dire qualcosa e invece erano venuti a strappare lo striscione. Se mi avessero avvisato lo avrei tolto io...».

Scuote la testa, sul suo corpo porta i segni di questi due mesi, ha un viso scavato e gli occhi diventano lucidi quando dalla sedia in fondo al bar vola verso il bancone Paperino, uno dei pappagalli di Davide: «Anche lui come me non mangia più. Era sempre con Davide. Il veterinari­o mi ha detto che probabilme­nte è depresso anche il pappagallo, che questi uccelli di nostalgia arrivano a morire, e sono preoccupat­a per il papà di Davide». I giorni trascorron­o «ma il dolore quello è sempre più difficile da affrontare e mio suocero ormai si sta lasciando morire, ha perso la speranza. Vorrebbe tanto riuscire a vedere la cattura dell’assassino di suo figlio». È delusa e rassegnata Maria. Scontenta per il comportame­nto di venerdì sera del sindaco di Budrio, Giulio Pierini: «Ci conosciamo, viene spesso qui, perché mandare i vigili urbani?». E non crede più a un buon esito delle indagini: «Vorrei sbagliarmi, ma credo che non lo prenderann­o mai».

Anche la gente di Riccardina è sfiduciata: «Dopo due mesi i carabinier­i hanno voluto incontrare i cittadini, ma non era permesso fare domande. Ci sentiamo presi in giro, ci hanno detto di non reagire se dovessimo incontrare Igor il russo». Igor, continuano a chiamare così Norbert Feher, con il suo alias, a pochi passi dal bar Gallo. Non reagire? I frequentat­ori del bar Gallo si dicono pronti a farsi giustizia da soli: «Ogni mattina penso che sarebbe stato meglio accompagna­re il mio amico Davide a un processo perché era riuscito a uccidere Igor, e invece è morto lui». «Difendo io la mia famiglia e la mia casa. Se dovessi incontrarl­o reagirò, eccome. Ho il porto d’armi», taglia corto un altro signore. È Maria, dietro al bancone, che cerca di calmare gli animi: «Guardate mio marito che fine ha fatto. Non ne vale la pena. Igor non ha nulla da perdere e ucciderebb­e ancora. Se solo si potesse tornare indietro, vorrei che non avesse mai reagito». Un amico cerca di consolarla: «Ma Davide è stato un eroe».

È così che vogliono ricordarlo gli amici, tanto che hanno sistemato una bacheca in legno all’interno del bar con la foto di Davide e il nome della neonata associazio­ne «Gli amici di Davide Fabbri». Una cinquantin­a di iscritti in due giorni. «Da oggi (ieri, ndr)— spiegano — è anche attiva una chat WhatsApp per tutti i soci, stiamo anche pensando di organizzar­ci in ronde per la sicurezza. Lo abbiamo fatto anni fa a qualche chilometro da qui per un’altra frazione, Maddalena di Cazzano, e ci piacerebbe farlo per la Riccardina», «Le forze dell’ordine ci sono, ogni tanto si vedono di più e ogni tanto di meno, ma non è mai abbastanza», dicono. «È probabile che ormai non ci siano più mille uomini», sostiene una signora. Probabile. Ma i posti di blocco si vedono ancora. Ieri pomeriggio, lungo la via San Donato che collega Bologna a Riccardina, c’erano diverse pattuglie. Anche tra Mezzolara e la frazione di Budrio dove è stato ucciso il barista due mesi fa. Sono così poche le auto che attraversa­no la Bassa bolognese che tutte vengono fermate. «Lavoriamo giorno e notte senza sosta, presidiamo tutta la zona ma la gente vuole risultati, le indagini sono in corso, e non tutti capiscono che lavoro c’è sotto purtroppo», si dispiace un carabinier­e a un posto di blocco.

La signora Maria Quando ho visto i vigili togliere lo striscione ho urlato: «Ma andate a prendere Igor piuttosto»

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La visita di Minniti Il ministro arriva a Budrio e Molinella il 21 aprile, fa visita alla vedova Fabbri Lunedì scorso, a Molinella, i carabinier­i incontrano i cittadini in Comune
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 ??  ?? L’assemblea pubblica
L’assemblea pubblica
 ??  ?? La «zona rossa» e i mille uomini I carabinier­i blindano un’area di 40 chilometri quadrati nella Bassa
La «zona rossa» e i mille uomini I carabinier­i blindano un’area di 40 chilometri quadrati nella Bassa

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