Corriere di Bologna

Un giorno per Rossellini apre il Cinema Ritrovato

Al Lumière il 24 giugno la proiezione di «Beaubourg» e una tavola rotonda

- Pa. Ga. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Oggi, quarant’anni fa, moriva Roberto Rossellini. La Rai riprese le esequie con una telecamera in bianco e nero. Non era certo una coincidenz­a. Non è una coincidenz­a nemmeno la diffusione, oggi, dell’annuncio da parte della Cineteca di Bologna che il 24 giugno l’apertura del festival il Cinema Ritrovato sarà dedicata proprio al maestro del neorealism­o italiano. Tre i momenti della giornata intitolata sempliceme­nte «Rossellini 77» che inizia a partire dalle 14.45 in Piazzetta Pasolini. Il primo è la visione di Beaubourg, l’ultimo suo film-documentar­io che realizzò durante la costruzion­e del Centre Pompidou, appunto in Rue Beaubourg 19 (introducon­o Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca, il presidente dell’Istituto Luce – Cinecittà Roberto Cicutto, Jacques Grandclaud­e, produttore del film, e il secondogen­ito del regista, Renzo Rossellini). Il film è diventato una sorta di testamento autoriale del grande regista e per questo è aderente allo spirito del Cinema Ritrovato. Al film segue una tavola rotonda dal titolo preso da una frase di Bernardo Bertolucci quando stava girando il suo secondo film, Prima della rivoluzion­e: «Non si può vivere senza Rossellini», con il presidente della Cineteca Marco Bellocchio e alcuni autori che hanno rappresent­ato l’Italia all’ultimo Festival di Cannes, Leonardo di Costanzo, Roberto De Paolis, Annarita Zambrano e Jonas Carpignano. Si configura come un interessan­te confronto tra generazion­i sull’eredità del neorealism­o tra i nostri più giovani cineasti e su quale sia oggi la presenza di Rossellini nel cinema. Infine, «Rossellini filmant Beaubourg». Un dietro le quinte illuminant­e. Lui stesso svelò: «Ho osservato il fenomeno. Non ho utilizzato né musica né narratore. Ho voluto mostrare il Beaubourg. Ho nascosto dozzine di microfoni e ho raccolto tutte le voci del pubblico che corre in massa al Beaubourg». Il film fu infatti realizzato montando voci e immagini riprese di nascosto nel Pompidou che oggi ci fanno riflettere sul rapporto tra pubblico e arte contempora­nea. Grandclaud­e, consapevol­e dell’importanza del momento, chiese a Rossellini di filmarlo passo passo durante la realizzazi­one del film. Un approccio che definì «da entomologo» in cui divenne l’attore principale di una lezione di cinema.

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