Puccini, ecco gli inediti ora incisi da Tamminga
L’organista olandese che lavora a San Colombano ha registrato venti pezzi brevi
«Mio padre mi accompagnava spesso con sé quando saliva a provare l’organo della cattedrale, e anche in casa mi portava davanti alla tastiera. Ma siccome io non ero pronto a toccare i tasti, egli vi metteva sopra delle monetine di rame. E io subito a correre con le manine e raccoglierle, e intanto le dita battevano sulla tastiera, e l’organo emetteva i suoni, e io senza saperlo cominciavo a prendervi confidenza e a suonare…». Il padre in questione era un organista di Lucca e si chiamava Michele Puccini. Il figlio che evoca l’episodio era organista anche lui e forse avrebbe potuto continuare ad esercitare il mestiere da oltre due secoli professato da tanti membri della famiglia. Il figlio si chiamava Giacomo e in breve avrebbe reso sbiadito il ricordo di tutti quei musicisti che portavano il suo stesso cognome. Sbiadito era fino a poco tempo fa anche il ricordo dell’apprendistato dell’autore di Tosca e Turandot, organista itinerante da chiesa in chiesa della Toscana. Che le melodie scelte per accompagnare la messa fossero cavate dalle opere allora in voga non deve meravigliare: era pratica ancora costante alla fine dell’Ottocento. Pare che il giovanissimo Puccini indulgesse nei ritmi di valzer. La sorpresa sta invece nella recente scoperta di una ventina di pezzi brevi composti da Puccini di cui Liuwe Tamminga ha dato un assaggio per la stagione musicale di San Colombano e di cui l’organista ha inciso una significativa selezione: «Puccollocati cini, Organ Work» edito da Passacaille. All’origine del recupero la tenacia dimostrata da Gabriella Biagi Ravenni nell’inseguire antiche tracce d’archivio e nuovi cataloghi d’aste Il fortunoso ripescaggio dei ventuno inediti per organo è in fondo la riprova della precarietà con cui si è obbligati a fare i conti studiando Puccini, come dimostrano la sparizione di importanti autografi e la pubblicazione di un epistolario con lettere tagliuzzate dai frequenti omissis. Per registrare gli inediti Tamminga si è valso di tre strumenti storici in tre chiese di Lucca e dintorni. Nel disco le marce con cui si chiudeva abitualmente la liturgia della messa si mescolano a sonate che mal dissimulano languidi incedere di danze. Certo, il tempo di Sesso, Sangue e Sadismo — che Cesare Garboli riconosceva come elementi essenziali nella drammaturgia pucciniana — sono di là a venire. Eppure qualcosa si prepara nel giovane organista bravissimo, a detta dei testimoni, «a far palpitare le monache».
La riflessione Il ripescaggio dei brani per organo è riprova della precarietà legata agli studi pucciniani