L’avventura «Rosada» Una rete di versi liberi
La scrittrice bolognese Milena Magnani ha fondato una nuova collana di poesia legata alle culture delle regioni che mette in rete le librerie indipendenti. I proventi all’Orto dei Tu’rat, parco di difesa ambientale in Salento
Milena Magnani sogna la poesia come pratica o lettura quotidiana, che entra nella vita e nutre. Che si fa strumento di indagine e destrutturazione del linguaggio legata a singole culture. E una poesia «che fa crescere gli alberi», letteralmente. Così la scrittrice bolognese ha dato vita a «Rosada», una collana editoriale legata alla piccola casa editrice salentina Kurumuny e che conta, per la distribuzione, su una rete di librerie indipendenti che si fa via via sempre più corposa. L’iniziativa va poi a sostenere il progetto ambientale l’Orto dei Tu’rat, un parco eco-sostenibile e cornice di attività culturali nel cuore del Salento.
Ed è proprio da lì, da questa distesa verde di 16 mila mq punteggiata dalle mezze lune di pietre a secco che trasformano il vento in acqua di irrigazione, che tutto ha inizio. «Con il mio compagno Mino Specolizzi e altre persone tra cui diversi bolognesi — racconta Magnani — curiamo questo parco da quasi dieci anni. Siamo in Puglia, ad Ugento in provincia di Lecce». Anche qui è terra dei fuochi e chi agisce collettivamente a risanare la terra e l’ambiente è un ostacolo concreto alla criminalità. «Qualcuno ha bruciato più volte i nostri ulivi o le strutture in legno — ricorda la scrittrice — Quando stavamo pensando di arrenderci ci sono venuti in aiuto i poeti». Poeti salentini e altri provenienti da tutte le parti d’Italia. È partito così un passaparola solidale e gli autori si sono dati appuntamento all’orto botanico per una serie di reading. Poi, le liriche lette sono diventate, sempre su iniziativa della Magnani, un’antologia, «Parole Sante», che viene tutt’ora edita periodicamente dalla coraggiosa Kurumuny. «A un certo punto mi sono accorta — confida — che molti dei poeti che sono passati dall’Orto avevano alle spalle produzioni molto interessanti, soprattutto legate alle lingue di origine, ai dialetti, e così mi è venuta l’idea di dare uno spazio preciso ad ogni singolo autore. E di abbracciare il metodo del passaparola, dell’invito, della condivisione. La poesia non è certo un genere letterario che dà guadagni ma noi non chiediamo un soldo ai nostri autori per la pubblicazione e paghiamo le royalties. Per la distribuzione contiamo invece sulle librerie indipendenti di tutta Italia, che vendono i nostri titoli e ci aiutano a promuoverli. Ne cerchiamo una in ogni città importante (a Bologna è stata arruolata la Trame ndr). Ne abbiamo già raggiunte una ventina». Poi c’è il sito web, ancora in costruzione: www.rosadapoesia.it. È pensato come luogo di incontro, in cui si promuovono i libri e ci si confronta. Ci sono interviste agli autori, spunti di riflessione.
Perché è stato scelto «Rosada» come titolo della collana lo spiega la stessa Magnani: «Quando Pier Paolo Pasolini sentì la parola “rosada”, rugiada in friulano, pronunciata da un bambino, si rese conto della potenza del linguaggio delle radici e cominciò a scrivere poesie in friulano». Allo stesso modo la nuova collana punta a valorizzare la forza creativa e la diversità di senso catturate dagli idiomi che compongono le tante anime della nostra Italia.
Il primo volume della collana, Il modo in cui la luce, ospita i versi di Michele Bellazzini, un poeta ligure che non ha mai pensato di essere un poeta e che a Bologna è, infatti, docente di Astronomia. «Di lui mi ha colpito la capacità di concentrarsi sul movimento e il valore delle piccole cose: lo sguardo concentrato nel minuscolo di uno che è abituato a osservare la vastità dell’Universo»
L’intenzione sarebbe quella di fare uscire un titolo al mese. In uscita è invece la raccolta di Sergio Rotino, salentino di adozione bolognese, abbastanza noto in città. La sua è una lingua reinventata, è il salentino che ricorda come assonanza dalla sua infanzia, un misto di sogno e storia vissuta. Sarà dedicato a persone care scomparse: Piero Santi e Silvia Diamanti.
È già in produzione, ancora, un trittico che comprende l’abruzzese Renato Grilli, la leccese Daniela Lieviello e Andrea Donaera di Gallipoli. «In ogni libro — fa sapere ancora l’ideatrice della collana — l’autore presenta un altro autore e la prefazione è a cura della scrittrice per Einaudi Caterina Serra, bolognese anche lei trasferitasi a Losanna». Ogni volta la tiratura è limitata ed è rinnovata automaticamente all’esaurimento delle copie. «Dal punto di vista economico, non parliamo certo di grandi numeri — assicura Magnani — ma quel poco che si può destinare servirà a finanziare il progetto dell’Orto di Tu’rat e quello che simboleggia per la difesa dell’ambiente: mi piace pensare che la poesia possa anche salvare la Terra».
Molti poeti hanno sostenuto il nostro orto botanico, simbolo di rigenerazio ne ambientale in una terra molto difficile Mi sono accorta che molti hanno una produzione importante e così ho voluto trovare spazi esclusivi per ognuno di loro Pubblicare poesie è sempre un’impresa