NON ESAGERIAMO CON GLI ELOGI MA NEPPURE CON LE CRITICHE
Ho letto i giudizi positivi che il presidente Mattarella ha rivolto alla ricostruzione emiliana dopo il terremoto e i commenti soddisfatti dei politici. Sono anch’io d’accordo che è stata fatta meglio che in altre situazioni, ma penso anche sia sempre meglio non esagerare con gli elogi per non fare i primi della classe, visto per esempio come lei abbia scritto in un suo articolo in prima pagina pure dei ritardi, in particolare sugli edifici storici. Concludo rilevando comunque che quando le cose funzionano dobbiamo dircelo, perché altrimenti noi italiani facciamo solo lamentele su tutto e tutti. Caro Betti, sono sempre stato contro i trionfalismi, contro il cloroformio della propaganda. Tanto per ricordare: da inviato del Corriere sul terremoto del Friuli non mancai di raccontare ciò che non andava in quei giorni drammatici, perché anche in quella terra così duramente martoriata non mancarono i furbastri. Le cronache scomode diedero fastidio a qualcuno che stava nella stanza dei bottoni. Con le conseguenti proteste e la speranza di frenare i racconti. Ricordo che Piero Ottone, direttore del giornale, mi confortò subito: «Se sei sicuro delle notizie, vai avanti». Così deve fare un cronista e, soprattutto, così deve sostenerlo il suo direttore. Poi la gente del Friuli seppe imprimere alla ricostruzione la spinta che portò a risultati encomiabili, di fronte ad altre esperienze negative. Bologna e l’Emilia stanno camminando sulla buona strada per cancellare del tutto le piaghe e mi fa grande piacere la convergenza fra lavoratori e imprenditori che ha già portato alla realizzazione di importanti opere in campo culturale e sociale. L’unione, come sempre, fa la forza, tanto più se comprende anche una politica coesa e orgogliosa del proprio ruolo. È ora che noi italiani cerchiamo di recuperare la virtù di un sano amor proprio che anni di malaffare hanno incrinato. Quando i ragazzi intonano l’Inno di Mameli io sento questo desiderio, quest’appello al mondo degli adulti. Non possiamo ridurci al tormento e addirittura al giudizio sempre negativo. Bologna non è solo piazza Verdi e Palazzo Bentivoglio, non può diventare il simbolo della maleducazione. L’Italia non è solo ruberie, intrallazzi, marciume. Se l’Emilia riuscirà a completare la ricostruzione post-sisma in modo esemplare, sarà un’altra spinta per dimostrare che l’Italia intera ce la può fare. A Taormina abbiamo visto i grandi della Terra a naso in su per ammirare le Frecce tricolori e poi applaudire ammirati la Filarmonica della Scala che eseguiva la nostra grande musica. Più che gridare viva l’Italia, dovremmo batterci perché l’Italia ri-viva.