Corriere di Bologna

Il raduno no vax «inciampa» su Burioni

Bimbi e genitori sotto il Nettuno. «Le minacce al medico pro vaccini? Chi semina vento...»

- Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Erano un centinaio, con passeggini, cartelli e slogan contro l’obbligo vaccinale. Il popolo no vax è arrivato a Bologna per esprimere il proprio punto di vista e chiedere una maggiore informazio­ne sui vaccini e i rischi connessi. Quattro i gruppi, tra questi anche i bolognesi che sono pronti al ricorso al Tar contro l’obbligo introdotto dalla legge regionale. E sul medico Burioni minacciato per l’impegno pro vaccini: «Chi semina vento raccoglie tempesta».

Magliette bianche, passeggini e figli al seguito. Impossibil­e non notare la presenza dei no vax ieri in piazza del Nettuno. Anche perché non erano affatto pochi, qualche centinaia di genitori impegnati per buona parte del pomeriggio a distribuir­e volantini o a esporre striscioni contro la legge regionale e quella nazionale sull’obbligo d vaccinazio­ne.

«Chiamateci free vax» la richiesta ripetuta più volte ai media. «Non siamo contro i vaccini, ma pretendiam­o più informazio­ne», il loro mantra. Parlando però con alcuni di loro, si scopre che la totalità non ha vaccinato i propri figli o sta ritardando quel momento. «Ho una bimba di 17 mesi, non l’ho vaccinata e sta benissimo», racconta Francesca Atti del gruppo «Genitori del No Emilia Romagna», una delle quattro sigle presenti ieri in piazza del Nettuno.

Un’altra è la bolognese «Vaccipiano», una trentina di genitori che a fine maggio ha dato il via all’iter per il ricorso al Tar contro la legge comunale che recepisce quella regionale (mentre si attende a metà mese il primo pronunciam­ento dei giudici amministra­tivi sul ricorso partito mesi fa a Rimini). L’obiettivo del gruppo bolognese è di strappare una prima udienza entro la fine del mese. Se il Tribunale amministra­tivo regionale dovesse dar loro torto, l’alternativ­a è quella di iscrivere i propri figli al progetto Nido casa di Palazzo d’Accursio che non viene toccato dalla legge regionale.

Ma c’è pure chi è pronto a scelte d vita più radicali. «Mi sono licenziata dal lavoro proprio per occuparmi di mia figlia che non potrà andare al nido perché non intendo vaccinarla», spiega sempre Atti. La mamma dice che solo quando arriverà il momento delle scuole elementari e la figlia avrà quindi sei anni, cederà agli obblighi di legge e quindi la vaccinerà. Quelli di Vaccipiano hanno anche scritto una lettera aperta a tutte le istituzion­i e ieri in piazza si lamentavan­o perché «finora non sono arrivate risposte né dal Comune di Bologna, né dalla Regione, né dall’Ausl».

Negli interventi di piazza con piccoli megafoni è ritornato più volte il nome di Roberto Gava, il profession­ista radiato dall’Ordine dei medici di Treviso proprio per la sua posizione critica sui vaccini. «I medici anche qui a Bologna hanno paura di parlare e dire come davvero la pensano, perché temono di essere radiati», sostiene Massimo di Vaccipiano. E se Gava raccoglie soltanto consensi, lo stesso non si può dire per il medico Roberto Burioni, che da mesi sta portando avanti una campagna di informazio­ne contro i no vax e per questo recentemen­te ha ricevuto minacce di morte su Facebook. Ieri ha espresso nei suoi confronti «totale vicinanza e solidariet­à» il sindaco di Rimini Andrea Gnassi (un comune con il maggior tasso di no vax in regione). Per Gnassi il medico è «un eroe moderno» perché il suo contributo è «decisivo per l’affermazio­ne della scienza contro le bugie e gli egoismi di chi non rispetta se stesso e gli altri». Ma Atti, che amministra con il marito il gruppo «Genitori del No», la pensa diversamen­te. E di fronte alle minacce ricevute da Burioni, dice: «Chi semina vento, raccoglie tempesta. È una persona molto maleducata, offende chi non la pensa come lui».

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Cento Erano circa cento ieri provenient­i da tutta la regione, i bolognesi andranno al Tar contro l’obbligo vaccinale

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