Corriere di Bologna

Tegola stadio: è tutto da rifare

Fenucci: «Legge modificata, non ci aiuta. Dovremo confrontar­ci con il Comune»

- Mossini, Pellerano

I nuovi problemi per il Dall’Ara, il mercato rossoblù, gli investimen­ti di Saputo e la riforma del calcio. Ha toccato diversi argomenti Claudio Fenucci, ospite della redazione del Corriere di

Bologna. «È appena cambiata la legge sugli stadi e non ci aiuta — spiega l’ad del Bologna — perciò dovremo rifare l’iter con il Comune».

Sul futuro, Fenucci è chiaro: «Il salto di fatturato ci sarà col nuovo stadio, speriamo nel 2022. Saputo non mollerà. Il mercato? Non è chiuso. Ci aspettiamo tanto da Destro, quattro dei nostri sono in lizza per i Mondiali».

Una nuova stagione ha preso il via. Claudio Fenucci, quanto manca al salto di qualità del Bologna?

«Con la situazione attuale del calcio italiano, serve anche una visione di lungo periodo. Devono cambiare alcuni fattori, perché avviare una crescita sportiva solo per via interna è difficile: possiamo far crescere i ricavi commercial­i e abbiamo fatto +60% andando oltre gli 11 milioni, ma serve una riforma generale del sistema. Noi stiamo lottando ma può farla solo il governo, perché non sarà mai condivisa tra i club».

Per migliorare il fatturato, da dove si passa?

«Il primo salto è lo stadio: sarà il primo tassello importante. Fino ad allora, è possibile che una crescita sportiva passi dalla valorizzaz­ione economica di qualche giocatore: non è uno scandalo, lo fanno tutti. Per dare un segnale, quest’estate abbiamo preferito non ascoltare offerte per i nostri giocatori: sarebbe stato facile approfitta­rne e chiudere il bilancio in pareggio. Invece abbiamo privilegia­to l’aspetto sportivo ma il sistema deve diventare scalabile».

Per questo, rispetto agli inizi, sembra che Saputo sia più frenato negli investimen­ti?

«Se uno valuta le potenziali­tà di Saputo nel calcio può pensare a risorse molto importanti, poi però c’è la realtà di un imprendito­re che viene dalla Mls: quel sistema favorisce la competizio­ne dividendo i ricavi in parti uguali, il nostro la ostacola. Joey ha dovuto far fronte a un investimen­to di gran lunga superiore rispetto a quello che ipotizzava inizialmen­te: abbiamo messo in piedi un piano che pensasse al campo ma anche al risanament­o della situazione debitoria del club, che era di 40 milioni in B. Abbiamo investito 28 milioni per tornare in A e ci siamo rimasti, ora cerchiamo aggiustame­nti». Di che tipo? «Saputo non può continuare a investire senza recuperare parte delle risorse dal mercato: fin quando non parte lo stadio e fin quando non cambia l’assegnazio­ne dei diritti tv, qualche calciatore potrà essere ceduto per migliorare la qualità della squadra, reinvesten­do i proventi».

La partita dei diritti tv sembra complicata.

«Speriamo che presto le cose cambino, visto che si vuole inserire la riforma della Legge Melandri nella prossima Legge di Stabilità. La Lega deve crescere per vendere un prodotto che abbia stadi pieni, rastruttur­a. zionalizza­zione nei led pubblicita­ri, nell’immagine, nella qualità. In questo senso l’arrivo di investitor­i cinesi a Milano può aiutarci. Ci sono piazze che nel tempo vedono scemare la passione perché si accorgono che competere è impossibil­e. È impensabil­e che possa durare un sistema con solo sei o sette club squadre che giocano sempre per l’Europa».

Cosa succede se il sistema dei diritti tv non cambia?

«È un problema, serviranno altre risorse: la gestione operativa di tutte le squadre è in perdita a causa dei salari alti. Una situazione comune ai club del nostro gruppo: chi non lo fa rischia, chi lo fa a volte copre le perdite con la cessioni o ricapitali­zzazioni».

L’altro snodo-chiave del progetto Bologna è lo stadio. Qual è la situazione?

«Non siamo ancora arrivati a presentare il progetto definitivo perché stiamo valutando alcuni aspetti legati alla parte immobiliar­e delle aree compensati­ve e al tema dello stadio alternativ­o, ma da alcuni giorni c’è un problema in più». Quale? «La recente modifica del testo della legge sugli stadi, la 147 del 2013, sembra rendere più difficile il percorso di realizzazi­one del Dall’Ara: i cambiament­i portati dal governo non hanno tenuto conto degli stadi come quello di Bologna che insistono sui tessuti urbani e tanto meno quelli vincolati come il Dall’Ara. Sembra pensato solo su impianti da realizzars­i ex novo. A questo punto non potremo più appoggiarc­i all’iter facilitato della legge, ma dovremo concordare con il Comune un nuovo percorso amministra­tivo». Cos’è cambiato? «Nella legge è stato introdotto il vincolo della contiguità delle aree compensati­ve, che prima non c’era e si parlava solo di funzionali­tà al progetto. Ebbene, a Bologna attorno allo stadio non ci sono gli spazi: le modifiche apportate al testo aiutano chi costruisce nuovi impianti, non chi ri- In particolar­e se, come noi, agisce su stadi vincolati». Questo cosa comporta? «Abbiamo scelto delle aree nell’ambito del POC, con destinazio­ni commercial­i, una scelta saggia che renderà forse meno difficile il percorso alternativ­o da trovare con l’amministra­zione. Ne ho subito parlato con l’assessore Matteo Lepore, con cui il rapporto è molto collaborat­ivo: intendiamo­ci, il progetto resta quello ma oltre alla questione economico-finanziari­a e al tema dello stadio alternativ­o ora c’è un nuovo iter amministra­tivo da individuar­e e questo può far slittare i tempi previsti, ma non in modo significat­ivo. Andiamo avanti».

Scusi la franchezza, non conveniva farlo nuovo a questo punto?

«Sappiamo che non avremo mai uno stadio concettual­mente

Il regalo di Joey è trattenere Verdi, Destro e Di Francesco ma non sottovalut­ate Falletti. Donadoni rinnova, ci aiuterà a migliorare e motivare

moderno, dovendo operare su un contenitor­e già esistente, ma la ristruttur­azione renderà fruibile e comodo uno degli stadi più belli d’Europa. Sarà un unicum: realizzare uno stadio nuovo ma impersonal­e non ti porterebbe ad avere gli stessi risultati in termini di fascino e attrattiva».

Durante i lavori il Bologna dove giocherà? Ferrara, Modena o stadio temporaneo in città?

«Nei prossimi mesi avremo incontri istituzion­ali con la Regione e con i comuni coinvolti, perché gli esperti ci hanno confermato che sarà impossibil­e giocare al Dall’Ara durante i lavori. Per noi è fon-

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 ??  ?? Il forum sulle strategie dei rossoblù L’amministra­tore delegato rossoblù Claudio Fenucci al tavolo con il nostro direttore Enrico Franco e i giornalist­i Daniele Labanti, Claudio Beneforti, Fernando Pellerano, Alessandro Mossini e Luca Aquino
Il forum sulle strategie dei rossoblù L’amministra­tore delegato rossoblù Claudio Fenucci al tavolo con il nostro direttore Enrico Franco e i giornalist­i Daniele Labanti, Claudio Beneforti, Fernando Pellerano, Alessandro Mossini e Luca Aquino

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