L’ad del Bologna in redazione al Corriere «Concorderemo un’agenda diversa con il Comune, addio al decreto-stadi Il nostro mercato non è ancora chiuso»
damentale che non si vada oltre l’anno di lontananza: giocare fuori Bologna ci spiacerebbe per i nostri tifosi, ma ci costerebbe molto meno rispetto all’idea di uno stadio temporaneo, per la cui realizzazione attendiamo una stima definitiva dei costi».
Parliamo di tempi: il Bologna potrà giocare nel nuovo Dall’Ara nella stagione 2021/22?
«È una grandissima sfida per noi e per le istituzioni, ma possiamo ancora centrare l’obiettivo. Una volta concluso il progetto definitivo capiremo anche i tempi esatti di costruzione: se si resta dentro gli otto o nove mesi si può inaugurare anche nella stagione 2020/21, altrimenti si va all’anno dopo. È prematuro fare previsioni, stiamo anche valutando se fosse possibile anticipare alla prossima estate i lavori per smantellare la struttura di Italia ‘90 che ci farebbe guadagnare tempo».
La copertura finanziaria a che punto è?
«Stiamo valutando tuttora gli aspetti economico-finanziari, il dato definitivo sul costo sarà più chiaro con l’avanzamento dello schema progettuale. Anche l’area dell’Antistadio è tuttora al centro di valutazioni. La volontà è quella di mantenere il nostro rischio dell’investimento immobiliare solo sullo stadio mentre per il resto cerchiamo investitori che chiudano finanziariamente l’operazione e stiamo dialogando, insieme al gruppo Maccaferri, con grandi operatori internazionali. Di certo la ristrutturazione dello stadio, anche considerando il beneficio economico delle aree compensative, richiederà un investimento da parte del nostro azionista. Non dimentichiamo poi che tutta l’operazione avrebbe un ritorno importante sul territorio in termini di reddito e occupazione».
Dallo stadio a chi ci gioca, ovvero la squadra. Il mercato è davvero chiuso?
«Nessuno può chiudere il mercato a inizio luglio, abbiamo fatto molto e la squadra è pronta per il ritiro. Ma se ci sarà una buona opportunità la coglieremo». Chi si aspettava un colpo per ora è rimasto deluso.
«Il nostro vero investimento è stato avere la forza di tenere i nostri giovani, nonostante valutazioni dei calciatori sempre più alte: una scelta che richiederà a Saputo un ulteriore esborso a fine anno. Non dimentichiamo che Verdi e Di Francesco, come Destro e Masina, possono essere candidati azzurri per il Mondiale 2018. Da quanto il Bologna non aveva così tanti talenti? Mi aspetto tanto da Mattia quest’anno. E non sottovalutate Falletti». A breve arriverà il rinnovo di Donadoni. Un rischio?
«Roberto è un grandissimo professionista, ha uno staff di qualità che può aiutare il percorso di crescita dei calciatori: vogliamo far crescere i giovani sul piano tecnico e della personalità e lui è un allenatore funzionale. Sento tante falsità sui suoi aspetti caratteriali: l’ho sentito spronare i giocatori in modo molto forte. Ed è coinvolto nel progetto: a volte l’ho trovato in giro a visionare i cantieri di Casteldebole».
Rispetto alla scorsa stagione, però, servono miglioramenti.
«Abbiamo rinforzato la difesa con giocatori esperti, il centrocampo è praticamente invariato e forse ci sarà un cambio di modulo: Poli-Dzemaili. ad esempio, non è un cambio ruolo per ruolo. E davanti tocca ai giovani. Talento ne abbiamo, cerchiamo di dare alla squadra una marcata attitudine offensiva mettendo quattro giocatori forti a supporto di Destro: se si crea entusiasmo possiamo fare una stagione molto bella». Cosa vorrebbe vedere di totalmente diverso?
«Mi piacerebbe vedere una squadra sfacciata, che sfida chiunque. Dobbiamo cambiare contro le grandi e non essere remissivi: lo scorso anno in alcune gare partivamo battuti in partenza e non dovrà essere mai più così».