Certificati di malattia sospetti «Troppi e retrodatati al venerdì» Trenitalia bacchetta i medici
Troppi certificati di malattia retrodatati. Molti dei quali vanno a ritroso proprio fino al venerdì. A tirare le orecchie ai medici di base, in una lettera indirizzata direttamente al presidente dell’ordine dei medici Giancarlo Pizza, è Giuseppe Pelagatti della direzione risorse umane di Trenitalia a Bologna. Che ha preso carta e penna per lamentarsi con i dottori che rilasciano certificati di malattia forse con un po’ troppa leggerezza e senza rispettare le norme in vigore.
«Si sta verificando un aumento del numeri di casi di penalizzazioni dei lavoratori — scrive Pelagatti — per la tardiva emissione della certificazione rispetto alla data di inizio o continuazione della prognosi». Una ricorrenza, sottolinea il dirigente delle Ferrovie, che accade «molto frequentemente nei casi in cui il lavoratore dichiara di essere ammalato dal venerdì». E se da un lato questo «certificato medico anomalo» penalizza il lavoratore, perché l’indennità di malattia decorre dalla data del rilascio del documento, dall’altro non è gradito all’azienda. Insomma, alla fine a farne le spese è proprio il dipendente che poi in busta paga non riceve la retribuzione per una o più giornate.
Quindi Pelagatti chiede al presidente dell’ordine dei medici di «voler sensibilizzare i medici della provincia» rispetto al problema. E per dar forza al suo appello il dirigente di Trenitalia cita la normativa dell’Inps in proposito. «Secondo i criteri in atto in base alla normativa vigente — scrive Pelagatti — la decorrenza dell’indennità di malattia viene computata dalla data del rilascio della relativa certificazione. L’Inps ammette peraltro la possibilità di riconoscere, ai fini erogativi, la sussistenza dello stato morboso anche per il giorno immediatamente precedente a quello del rilascio della certificazione, purché sulla stessa risulti compilata la voce: “dichiara di essere ammalato dal...”». Di un giorno solo, però, precisa Trenitalia. Non oltre. «La regola — continua il dirigente — non va applicata quando la data riportata retroagisce di oltre un giorno dalla data del rilascio, essendo da escludere che la data stessa possa assumere il significato della data di chiamata del medico».
Il presidente dell’ordine dei medici, Giancarlo Pizza, dal canto suo non si sbilancia. «È una cosa che ho ben presente — dice — e ho già segnalato ai colleghi di valutare la situazione». Come? «Ho pubblicato la lettera delle Fs direttamente sul sito dell’ordine, in modo che tutti i medici possano leggerla». Nessuna tirata d’orecchie, quindi, da parte di Pizza ai colleghi, ma solo un’informativa lanciata urbi et orbi dalla home page dell’ordine.
La Cgil, a prescindere dalle regole vigenti in materia, ravvisa comunque «un inasprimento della norma dell’Inps che già esiste: è successo — dice la segretaria della Filt-Cgil di Bologna, Valeria Mascoli — che non siano stati pagati dei giorni ai lavoratori e questo denota senz’altro un irrigidimento non solo da parte dell’Inps, ma anche da parte delle Ferrovie su queste questioni. Di sicuro la modalità delle certificazioni telematiche ha reso tutto più stringente».
L’azienda Sono in aumento i casi di tardiva emissione del certificato, specie quando il lavoratore dichiara di essersi ammalato il venerdì L’Ordine Il presidente Pizza ha solo pubblicato la lettera di Trenitalia sul sito dei camici bianchi La Cgil È successo che non siano stati pagati dei giorni ai lavoratori: ciò denota un irrigidiment o da parte dell’Inps ma anche delle Ferrovie sul tema