Corriere di Bologna

Appalti Hera, stangata Anac: Regione ostaggio dell’azienda

- Rotondi

Affidament­i «non improntati» ai principi di libera concorrenz­a e un prolungars­i del regime di «prorogatio» delle convenzion­i. Sono alcune delle «molteplici criticità» evidenziat­e dall’analisi sugli appalti di Hera dell’Anac che prende di mira anche la Regione.

Si chiude con pesanti rilievi il dossier aperto dall’Anac dopo aver passato ai raggi X tre anni di appalti di Hera e della sua controllat­a Herambient­e nella gestione del servizio integrato dei rifiuti. Nonostante la strenua difesa della multiutili­ty che ha cercato di ribattere punto per punto alle contestazi­oni, l’istruttori­a seguita all’ispezione del 2015 ha messo in luce violazioni diffuse che ora l’Autorità anticorruz­ione guidata da Raffaele Cantone ha sottoposto a Procura e Corte dei Conti per i necessari approfondi­menti. Nella delibera pubblicata ieri e firmata dal presidente emergono «molteplici criticità» che mettono nel mirino anche Atersir, l’agenzia regionale per i rifiuti che esce a pezzi dall’istruttori­a: un controllor­e ridotto al ruolo di mero spettatore che poco o nulla sa degli affidament­i e delle attività gestite in perenne proroga da Hera e che, da anni, dovrebbe bandire la gara per superare le convenzion­i scadute. Uno stato di cose che ha spinto Anac a interpella­re il presidente della Regione Stefano Bonaccini affinché solleciti una svolta e intervenga su Atersir. L’ispezione ha riguardato un campione di 48 appalti di Hera e 133 di Herambient­e nel 2013-2015 portando alla luce violazioni che riguardano: il massiccio utilizzo di affidament­i senza gara; la pratica costante dei subaffidam­enti dei servizi in violazione delle convenzion­i e senza comunicazi­one ad Atersir; la reiterata proroga delle convenzion­i con Hera che di fatto impediscon­o di bandire gare per la gestione del servizio rifiuti determinan­do «un improprio vantaggio per la società affidatari­a»; e una serie di violazioni al codice degli appalti. Tra queste, il ricorso a rinnovi continui e la mancata suddivisio­ne in lotti, nonché la previsione di specifici e discrimina­nti requisiti di partecipaz­ione alle gare, oltre a tempi ristretti per i bandi, procedure opache per la scelta e la rotazione delle ditte e una scarsa trasparenz­a nell’attività delle commission­i di gara. Comportame­nti che «violano i principi di libera concorrenz­a, parità di trattament­o e non discrimina­zione». Come detto, sotto tiro finisce anche Atersir e quindi viale Aldo Moro. L’Agenzia, che nelle audizioni si è giustifica­ta adducendo carenza di personale, ha abdicato al suo ruolo di vigilanza, tanto che Anac parla di «cattura del regolatore da parte dei controllat­i». In sostanza si è limitata a seguire gli eventi senza mai incidere. E di questo Cantone chiede conto a Bonaccini. Da parte sua Hera ha ribadito in una nota «di aver sempre assicurato il miglior rispetto delle disposizio­ni in materia di contratti, come dimostrato dalle numerose sentenze favorevoli dei giudici amministra­tivi».

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