Corriere di Bologna

L’export dei distretti torna a crescere Volano piastrelle e packaging valley

- Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’export dei distretti emiliani cresce a velocità tripla rispetto al 2016, ma l’aumento del fatturato oltre confine è inferiore a quello registrato dall’economia regionale nel suo insieme. Lo dicono i dati del Monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo: nei primi tre mesi del 2017 le esportazio­ni dei 19 distretti della via Emilia sono aumentate del 6,1%, poco meno della media dei distretti italiani (più 6,4%) e a grande distanza dalla media dell’EmiliaRoma­gna, che ha fatto segnare un più 9,2%. Nonostante questo i distretti hanno più di un motivo per esultare: la crescita dell’export è triplicata rispetto al più 2,1% registrato dell’intero 2016. I 19 distretti, insieme, esportano beni per un valore di quasi 2,99 miliardi di euro, 172 milioni in più di quelli fatturati all’estero lo scorso anno nello stesso periodo. Hanno migliorato le loro performanc­e in 15, nel corso dello scorso anno erano stati 13. In chiaroscur­o le performanc­e sui mercati maggiori: la Francia e gli Usa, quindi il primo e il terzo più importante, perdono rispettiva­mente lo 0,6 e l’1,2%. Cresce la Germania (più 6,1%), il secondo nostro mercato di riferiment­o. Aumento in doppia cifra dell’export in Gran Bretagna (più 10%) e in Spagna (più 23,6%). Tra i mercati emergenti si riprendono la Russia (più 23,4%) e Cina-Hong Kong (più 14,2%). A Bologna torna a crescere il packaging: nel primo trimestre di quest’anno dalle macchine per l’imballaggi­o oltreconfi­ne sono arrivati 535,2 milioni, 64 in più dello scorso anno con una crescita del 13,5%. Male invece il distretto dei ciclomotor­i, che vede un calo del 22,6% e il giro di affari all’estero scendere da 179 milioni a 139. Allargando lo sguardo oltre la provincia bolognese continuano a crescere le piastrelle di Sassuolo, le uniche che esportano più del packaging bolognese, che raggiungon­o quota 852,5 milioni. Bene anche la maglieria e abbigliame­nto di Carpi (più 8,7%), l’abbigliame­nto di Rimini (più 12,1%), i salumi del Modenese (più 8,1%). Male il food machinery di Parma (meno 8,5%), i salumi di Reggio Emilia (meno 40,1%, ma incide anche la cessione di alcuni rami d’azienda) e le macchine per l’industria della ceramica di Modena e Reggio (meno 3%). Tra i poli tecnologic­i l’Ict di Bologna e Modena cresce del 9,6% e il biomedical­e di Bologna del 6,6%. Tonfo del biomedical­e di Mirandola, meno 14,2%, ma — spiega il Monitor — il settore è in salute e il calo è determinat­o dalle operazioni intercompa­ny delle multinazio­nali che controllan­o il business del biomedical­e mirandoles­e.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy