Corriere di Bologna

Falso in bilancio e infedeltà patrimonia­le Crb, sulla cessione si muove la Procura

Inchiesta dopo l’esposto degli ex soci. Sentito come teste il presidente di Carisbo Sacchi Morsiani

- Marco Madonia Gianluca Rotondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La compravend­ita del Cierrebi è finita formalment­e sotto la lente della magistratu­ra. La Procura ha aperto un’inchiesta che ipotizza a carico di ignoti il falso in bilancio e l’infedeltà patrimonia­le, reati già segnalati nell’esposto depositato lo scorso 7 giugno da una trentina tra ex soci dello storico circolo ceduto alla Seci Real Estate del gruppo Maccaferri e piccoli azionisti di Intesa Sanpaolo, l’istituto proprietar­io della struttura. Un documento che riprendeva alcune delle tesi espresse nei mesi scorsi dal Comitato «Rigenerazi­one no speculazio­ne» che si oppone alla demolizion­e del circolo per fare spazio a un centro commercial­e Despar. L’inchiesta del pm Nicola Scalabrini, che coordina le indagini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, è entrata dunque nel vivo come dimostra l’audizione di ieri del presidente di Carisbo Gianguido Sacchi Morsiani, sentito in Procura come persona informata dei fatti su tutto l’iter della vendita del Cierrebi. È facile intuire cosa abbia chiesto il pm, che ha già acquisito parte della documentaz­ione relativa a un’operazione, gestita da Group Service per conto della capogruppo Intesa Sanpaolo, che rientra nella più complessa partita del restyling dello stadio Dall’Ara. Al centro dell’inchiesta c’è il valore assegnato al circolo, ritenuto troppo basso rispetto ai parametri del mercato. Un prezzo fissato da due diverse perizie che, tenuto conto dell’andamento del settore e delle perdite per circa 700.000 euro l’anno registrate dal Cierrebi, hanno stimato il valore in 3,2 milioni per una superficie di 30 mila metri quadri, cioè meno di 100 euro al metro quadro.

Una svendita, secondo gli esponenti che denunciano di conseguenz­a il danno arrecato alle casse della banca. Di qui l’infedeltà patrimonia­le. L’altra criticità segnalata nell’esposto riguarda l’appostazio­ne in bilancio dell’operazione per una cifra addirittur­a inferiore al già esiguo valore fissato dalle perizie. C’è infine, secondo gli estensori dell’esposto, il tema della descrizion­e dell’immobile fornita in fase di vendita col solo riferiment­o alla «destinazio­ne centro sportivo», dimentican­do la possibilit­à di costruire (con uso commercial­e) che avrebbe potuto far salire le quotazioni dell’area. L’uso degli spazi del Cierrebi è regolato da una convenzion­e tra Carisbo e Comune che risale al 1985.

Su questo e altro il pm ha interpella­to Sacchi Morsiani cui, presumibil­mente, è stato chiesto di definire ruoli e spazi d’azione di Carisbo sulla vicenda, che certo non avrebbe potuto impedire la vendita visto che l’operativit­à per la dismission­e di immobili non strumental­i di proprietà di Intesa è in capo alla Group Service. Non è un mistero peraltro che Carisbo fosse contraria alla vendita, una posizione espressa dal presidente dell’istituto nel cda e cristalliz­zata nel tentativo della Fondazione Carisbo, seppure fuori tempo massimo, di acquistare il Cierrebi.

La Procura dovrà naturalmen­te approfondi­re anche i passaggi relativi alla gara, pubblicizz­ata su sito e giornali, rispetto alla quale hanno manifestat­o interesse nove realtà imprendito­riali ma poi solo quella del gruppo Maccaferri si è tradotta in un’offerta vincolante. A condizione, peraltro, che venga modificata la convenzion­e. La firma del rogito dovrebbe avvenire entro fine luglio e l’ obiettivo, fino a quando non partiranno i lavori per il supermerca­to( massimo 2.500 metri quadri; via la piscina, due campi da tennis, il parcheggio e il verde pubblico), è quello di tenere vivi gli impianti in estate, e forse oltre. Intanto sono oltre 3.000 le firme raccolte dal Comitato che, dopo la riunione di ieri con circa 60 persone, deve decidere se proseguire con la raccolta o se chiedere, col faldone in mano, un incontro con il sindaco Virginio Merola.

Il Comitato Raccolte 3mila firme per salvare il centro, è possibile che chieda un incontro al sindaco

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Banchiere Il presidente di Carisbo, Gianguido Sacchi Morsiani

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