«L’insurrezione dei semi» Nel teatro della mente
Stasera a Palazzo Poggi il lavoro di Scabia firmato da Billi
Torna un bello spettacolo, per la serie dedicata dall’Università agli anni 70 nell’ambito di Best, in via Zamboni (ZamBest). Stasera alle 21, nel cortile di Ercole di palazzo Poggi, la Compagnia del Pratello presenta «L’insurrezione dei semi», un testo di Giuliano Scabia con la regia di Paolo Billi (ingresso libero; prima dello spettacolo visite guidate al Museo di palazzo Poggi alle 18 e alle 19, prenotazione obbligatoria).
Billi da anni lavora con il carcere minorile. Questa creazione, che ha debuttato nel dicembre del 2016 all’Arena del Sole, è realizzata con la Compagnia Pratello Out, formata da ragazzi affidati all’area penale esterna al carcere, con il contributo di giovani attori. Questa sera ne sarà rappresentata una versione in forma oratoriale, senza scenografia ma con i video di Veronica Billi, Giuseppe Lanno, Simone Tacconelli, Manuela Tommarelli; le parole saranno affidate a Maddalena Pasini, Santo Crescente, Catalin Condorache e Axel, con la partecipazione di Giuseppe Evangelisti, Martina Consolo, Annalisa Ntzufras e Wael.
Il testo, pubblicato nel 2000 da Ubulibri, è una favola che riflette, per immagini fantastiche, salti poetici, voli filosofici, sui sogni di cambiamento globale e sulle violenze degli anni intorno ai 70. Siamo oltre il tempo. Un padre e una madre in cammino sono guidati da un angelo che sarà sparato da un figlio terrorista. Si rivelerà che le sue ali sono finte, come molte utopie, dopo un viaggio in un prato su cui sorgono come rose gli archetipi dell’immaginario, cavalieri sbroccati, baristi ciechi, cani innamorati della stella polare, un vecchio sacerdote smarrito fuggito con una prostituta e un dio vendicatore in mutande da boxeur, due maiali grufolanti d’amore, il tempo, il cancro in lotta contro l’umanità...
«L’insurrezione dei semi» è un testo sentiero, un viaggio per figure nel teatro della mente attraverso il corpo, come si arguisce alla fine. Un tentativo, anche, di interrogare il presente da una prospettiva siderale ed elementale, che guardi la storia, la terra, le tempeste molecolari come materia (pensante) lanciata nell’universo, oltre le dimensioni note.
Il testo È una favola che riflette per immagini fantastiche sui sogni di cambiamento globale