Corriere di Bologna

ECONOMIA APERTA CINQUE SCENARI

- Di Franco Mosconi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ammontano a oltre 56 miliardi di euro i beni esportati nel 2016 dall’industria emilianoro­magnola, di cui 31,9 verso i paesi della Ue e 24,3 nell’area extra-Ue. Terza regione italiana per valore dell’export, dopo Lombardia e Veneto, in base ai dati Prometeia è la prima per export pro-capite (circa 12.500 euro). Buoni sono i risultati anche guardando all’altra faccia dell’internazio­nalizzazio­ne: gli Investimen­ti diretti esteri (Ide). La società di consulenza Kpmg ha presentato, durante il convegno bolognese promosso dal Comitato Leonardo e Ima, i dati sulle operazioni di fusione e acquisizio­ne (M&A) nel periodo 2011-2016. Per l’Emilia-Romagna, è il commento, «si registra complessiv­amente una ripresa delle operazioni negli ultimi due anni»; ora, consideran­do il mercato «Estero su Italia» e «Italia su estero», parliamo di 2,2 miliardi di euro nel 2015 e 2,6 nel 2016. A ciò vanno poi aggiunti gli investimen­ti green field — in cui l’investimen­to parte da zero, da un «prato verde» appunto — come quello, ormai celebre, della Philip Morris.

La fotografia dell’export (ma anche dell’import pari 32,4 miliardi di euro) e gli Ide restituisc­ono l’immagine di un’economia aperta: un crocevia strategico sia per i flussi di commercio internazio­nale, sia per gli Ide, con quanto di positivo ne consegue in termini di contaminaz­ione fra culture. Tutti i principali modelli di capitalism­o esistenti al mondo (anglosasso­ne, renano, nordico, asiatico) hanno investito lungo la Via Emilia.

Per un’economia cosiffatta, davvero strategico si rivelerà il «Futuro dell’Europa», per dirla col Libro bianco della Commission­e europea che, alla vigilia del 60° anniversar­io dei Trattati di Roma, ha pubblicato gli «scenari per l’Ue a 27 verso il 2025». Partendo dal fatto che l’Ue rappresent­a il più grande mercato unico del mondo, ove esiste la piena libertà di circolazio­ne dei fattori produttivi (beni, servizi, persone e capitali), la Commission­e identifica cinque possibili «Scenari»: «Avanti così»; «Solo il mercato unico»; «Chi vuole di più fa di più»; «Fare meno in modo più efficiente»; «Fare molto di più insieme». Pur nella loro brevità, tali titoli fanno capire come in gioco vi siano soluzioni assai diverse in termini di integrazio­ne di istituzion­i e politiche pubbliche. Qual è lo scenario migliore per l’Emilia-Romagna? Provare a rispondere alla domanda potrebbe offrire utili indicazion­i anche al governo nazionale, e certamente a tutti coloro che credono nelle virtù di un’economia (una società) aperta.

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