A TUTTO SKA THE TOASTERS LIVE
Stasera il celebre gruppo newyorkese salirà sul palco dei giardini universitari di via Filippo Re. Sono la band più longeva degli Usa legata a questo genere. Dal 1981 hanno pubblicato nove album in studio puntando sempre su un mix sapiente di reggae, jazz
The Toasters (questa sera al BOtanique, ore 21.00, offerta libera) mettono in chiaro le loro intenzioni fin dal logo che li accompagna: «NYC Ska since 1981». Città, genere e data di nascita a testimoniare una lunga militanza in una scena musicale che alla fine degli anni settanta ha vissuto una seconda giovinezza grazie alle gesta di band dai nomi improbabili di Madness, The Specials, The Beat, Bad Manners, The Selecter e ovviamente i The Toasters. I newyorchesi sono in giro da oltre 35 anni e sono stati paragonati ai concittadini Ramones, non per attitudini musicali ma per una longevità senza fine. Il gruppo si è assestato intorno ad una media di circa 200 concerti a stagione, superando il traguardo di 5000 live ai quattro angoli della Terra. Sul versante discografico non si può dire che abbiamo una lista sconfinata di produzioni, considerando che tra dischi in studio e registrazioni dal vivo hanno all’attivo poco più di una quindicina di album, tutti giocati sulle direttive imposte dallo ska di seconda generazione: ska, reggae, rock steady, punk e new wave. La colpa della nascita della band è da imputare a un musicista britannico, Rob Hingley «Bucket», che all’ombra dei grattacieli di Manhattan trovò la giusta temperatura per portare al mondo il suo amore nei confronti dello ska. Amore che si è indirizzato anche verso una casa discografica di sua proprietà, la Moon ska records, attiva dal 1983 al 2000, che ha pubblicato centinaia di titoli riconducibili al mare impetuoso dello ska. Dal vivo i The Toasters sono un portento di musica scatenata, balli sfrenati, cori e tanta, tanta voglia di divertirsi. Un irrefrenabile circo musicale che negli anni ha mietuto numerose “vittime”, la lista dei membri che hanno abbandonato la band è lunghissima, più di una cinquantina. I The Toasters sono però rimasti nelle salde mani di Rob, infaticabile portavoce di un genere musicale che auspicava la pace tra persone dal diverso colore di pelle, tranne i Madness, tutte le band della seconda ondata ska erano multirazziali. Un sound dalle linee di basso potenti come la sezione fiati, un cantato sempre frizzante e con la voglia (necessità) di dare un bel calcio allo stomaco della società. I The Toasters ogni volta che sono in giro con il loro bagaglio di canzoni al fulmicotone una tappa sotto le Due Torri non se la fanno mai scappare. Forse si sono innamorati dei tortellini, della Garisenda, o dell’atmosfera che si respira dalle nostre parti. Buon concerto. Viva lo ska.