Corriere di Bologna

L’ANSIA DELL’OGGI OSCURA IL FUTURO

- Di Enrico Franco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il sindaco Virginio Merola, in un post su Facebook, rispondend­o al procurator­e generale De Francisci, ha rivendicat­o «il fatto che la politica possa trovare delle soluzioni ai conflitti urbani avendo un’idea precisa di città e lavorando su proposte innovative analoghe a quelle di altri contesti italiani e europei». Una posizione non solo legittima, ma anche doverosa. C’è tuttavia un altro punto da considerar­e: come mai il «Caso Làbas» è diventato il «Caso ex Staveco»? Ho trovato la risposta nella bella intervista al vescovo Matteo Maria Zuppi che abbiamo pubblicato ieri, ossia prima dell’esternazio­ne di Merola: «Ci auguriamo si possano trovare soluzioni che accontenti­no tutti quanti. Qualche volta viene da domandarsi perché questo avvenga soltanto dopo e non si riesca a farlo prima».

Certo, viviamo tempi complessi e veloci, tuttavia il cittadino ha l’impression­e che troppo spesso il Palazzo sia impegnato a tamponare le emergenze, mentre sul tavolo si accatastan­o progetti su progetti presentati con enfasi e poi più o meno rapidament­e accantonat­i. C’è un’ansia sul presente che annebbia la capacità di fornire una solida proiezione sul futuro. Nell’arco di pochi mesi, ad esempio, il sindaco è passato dal sostenere l’ipotesi di realizzare la cittadella giudiziari­a nell’ex Stamoto al congelarla: non sarebbe stato meglio approfondi­re il fascicolo prima di esporsi?

Nell’acuta riflession­e che pubblichia­mo oggi a pagina 5, ragionando su un altro fronte, Romano Prodi segnala come l’autorità politica abbia rinunciato al proprio ruolo, «privandosi delle competenze necessarie per interloqui­re con autorità e autorevole­zza», preferendo gestire le varie questioni con i tweet anziché analizzand­o nel merito i vari aspetti. L’ex presidente della Commission­e europea, ricordando la sua esperienza di capo del governo, rileva come un tempo le politiche economiche, sociali e urbanistic­he fossero frutto di un percorso di studio e confronto, dunque sposta saggiament­e il mirino dai nodi contingent­i al metodo di governo della cosa pubblica.

La nostra sarà anche una società liquida, ma ciò non significa che la scelta migliore sia quella di galleggiar­e sfruttando di volta in volta l’ultimo refolo di vento. Un discorso, sia chiaro, che riguarda le forze di governo come quelle di opposizion­e. Ha ragione il sindaco a sostenere che la nostra città vive una stagione felice (inevitabil­mente non priva di criticità, mi permetto di aggiungere). Proprio per tale motivo, sarebbe un peccato sprecarla giocando di rimessa.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy