Corriere di Bologna

«La fortuna di Savigno è il cuore delle persone»

Alberto Bettini, patron della storica trattoria Amerigo: «In Valsamoggi­a arrivano da tutto il mondo»

- Marina Amaduzzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La fortuna di una posizione strategica, ma anche il lavoro incessante per valorizzar­e le produzioni del territorio. È la ricetta del successo, dal punto di vista turistico, di Valsamoggi­a, secondo le parole di Alberto Bettini, patron di Amerigo, trattoria dal 1934 che da Savigno ha fatto il giro del mondo (per gli estimatori).

Savigno e Valsamoggi­a attirano turisti, perché?

«Lavoriamo principalm­ente con gli stranieri, soprattutt­o per il cibo. Il fatto di essere città del tartufo, al centro dell’area di produzione dei vini bolognesi, ultima vallata del consorzio del parmigiano, di essere vicini a Modena, all’aceto balsamico, al Lambrusco e alla Ferrari, ma vicini anche a Bologna, alla Maserati e alla Lamborghin­i ci porta turisti. A questo va unito l’impegno da decenni della ristorazio­ne, e anche le amministra­zioni hanno fatto quello che dovevano fare. Insomma, funzioniam­o anche se con numeri non grandi. Porretta ha le strutture ma non le presenze, noi dobbiamo dividere le persone tra 5-6 agriturism­i e bed and breakfast perché, a parte Bazzano, non abbiamo strutture». Ne avreste bisogno? «In certi periodi dell’anno, da marzo a giugno e da settembre all’inizio di dicembre, se ci fossero anche più posti letto non sarebbe male. Comunque può andare bene così. Valsamoggi­a è un comune diffuso, aver diffusione dei posti letto va bene». Da dove arrivano i turisti? «Da tutta Europa e anche dal mondo, Stati Uniti e Giappone, da 3-4anni anche da Cina e Oriente, Singapore e Corea e anche un po’ di Est Europa. Ragioniamo su numeri piccoli, non siamo Venezia nè Firenze». Cosa apprezzano di più? «Il calarsi in un ambiente naturale, incontamin­ato, qui non vedono tanti turisti e non si sentono sfruttati. Trovano un piccolo riassunto dell’Emilia-Romagna, a parte il culatello per il resto trovano tutto».

La vostra ricetta può essere esportata anche nelle zone più depresse?

«L’appennino alto, da Zocca e Tolè in su, ha la fortuna di avere borghi bellissimi, la Rocchetta Mattei, la chiesa di Alvar Alto, i boschi, i laghi, le terme. Ciò che fa una zona non è un’idea ma le persone che la animano. Bisogna narrare una storia diversa, puntare sulle proprie ricchezze, ristruttur­are gli alberghi. Bisogna metterci cuore e anima e investire un po’ di tempo».

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Tradizione Alberto Bettini gestisce la trattoria Amerigo, che è a Savigno dal 1934

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