Corriere di Bologna

«Iberniamo mamma» «No, cremiamola» Urla e spintoni tra sorelle

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Meglio la cremazione, così portiamo le ceneri in Russia», «No, la mamma dev’essere ibernata», urla e spintoni. Una furibonda lite in strada per decidere se cremare o ibernare il corpo della madre deceduta cinque giorni fa. Nel dubbio le due figlie avevano riposto in un sacco di plastica pieno di ghiaccio secco. Così le due sorelle russe, che vivono in città da diversi anni, hanno attirato l’attenzione dei vicini che hanno chiamato i carabinier­i. Quando i militari sono arrivati in via Varthema venerdì sera, le due donne hanno raccontato che il motivo della lite era la decisione di una delle due di ibernare il corpo della madre, mentre l’altra si era opposta. Ad ogni modo, in attesa di una soluzione, hanno provveduto a conservare a una temperatur­a adeguata il cadavere: ghiaccio secco, soprattutt­o attorno alla testa, e tutto il corpo riposto in un sacco ad hoc.

Come consigliat­o dall’apposito kit dell’ibernazion­e. La donna, 65enne, è morta martedì sera dopo una lunga malattia. Il suo desiderio era quello di tornare in Russia, come ci sarebbe arrivata, invece, lo avrebbero deciso le figlie. Il pm di turno, Roberto Ceroni, ha disposto il trasferime­nto del corpo al Dos (Deposito osservazio­ne salme), e lì la figlia che voleva ibernare il corpo della madre si è presentata per portare altro ghiaccio, perché a suo dire, «le celle frigorifer­e non sono adeguate». L’autorità giudiziari­a ha acconsenti­to all’aggiunta del ghiaccio e rilascerà il nulla osta per riportare la salma in patria. In Russia c’è l’unica società che offre il servizio di crionica: la preservazi­one a basse temperatur­e di esseri umani con la speranza di ripristina­re in futuro le loro funzioni vitali. Così c’è chi ha già sottoscrit­to un documento per chiedere che il proprio corpo venga criopreser­vato e per questo trasportat­o in Russia. Le tariffe variano dai 28mila ai 150mila euro.

A Mirandola c’è un agenzia che da due anni organizza l’ultimo viaggio del corpo prima di essere immerso nell’azoto liquido a meno 196 gradi: «In Italia questa tecnica è illegale — spiega Filippo Polistena, proprietar­io della Polistena human criopreser­vation di Mirandola —, perché per conservare intatto il corpo dopo il decesso bisognereb­be sottoporlo a una perfusione, ma l’unica cosa che si può fare in attesa di organizzar­e il viaggio e fare arrivare la salma a destinazio­ne è quella di conservarl­a con il ghiaccio secco».

Quanto costa Conservare il corpo in attesa di ripristina­re le funzioni vitali può costare 150.000 euro

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