Corriere di Bologna

L’estate degli educatori

- Di Francesca Rescigno *Docente di Diritto pubblico © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Siamo un Paese particolar­e e «Bologna la dotta» non fa eccezione dando prova in questa torrida estate di una certa fantasia creativa rispetto alla gestione del tempo libero e di quello scolastico dei nostri bambini. La scuola italiana finisce troppo presto e riprende troppo tardi: vogliamo fare gli europei, distrugger­e le università, appiattire le superiori ma di adeguarci ai modelli d’oltralpe per le vacanze non se ne parla. I genitori lavoratori devono cercare di collocare i loro teneri cuccioli da qualche parte poiché il welfare familiare mostra la corda. Per tutte queste ragioni sono stata mio malgrado vittima della creazione di quel campo estivo «fai da te» gestito da una mia vicina, priva di ogni possibile autorizzaz­ione, che ha pensato di utilizzare la villetta di famiglia vicina al centro. La cosa che meraviglia è la faciloneri­a con cui i genitori affidano i propri figli a persone a cui non lascerei nemmeno la mia piantina di basilico. Dopo la fuga, per fortuna senza conseguenz­e, dei bambini dal campo estivo della Montagnola (i genitori hanno solidarizz­ato con le maestre addossando ogni colpa al Comune...) sarebbe opportuna una riflession­e sulla gestione degli spazi che si occupano dei nostri figli, riflession­e non solo da parte dell’amministra­zione (che nella vicenda del campo estivo casalingo ha dato ottima prova) bensì di ognuno di noi genitori. In questa estate, tra bambini fuggiti e campi estivi fai da te, spicca la lettera di una mamma pubblicata da una testata bolognese, lettera in cui si stigmatizz­a l’operato di una stimata dirigente scolastica rea di aver collocato la figlia in un classe dove sono presenti Rom, extra-comunitari e persino «casi sociali« (?!). Si straparla di didattica di una classe che non si è frequentat­a e si mettono in dubbio le capacità di chi ha studiato non perché si è razzisti, giammai, ma perché si è fini giuristi, pedagoghi e amministra­tori scolastici. La vicenda mi fa sorridere se penso che mia figlia era triste poiché capitata nella sezione VIP in questione e lamentava la mancanza delle sue amiche (anche quelle extracomun­itarie!). Lei pensa davvero che siamo tutti uguali. Per questa errata convinzion­e era felice quando sono andata a tenere alcune lezioni nella sua classe sulla Costituzio­ne e l’eguaglianz­a: magari l’anno prossimo suggerisco di estendere le lezioni anche ai genitori così magari la finiamo di distinguer­e i bambini in Vip, sfigati, Rom, extra-comunitari e casi sociali e gli insegniamo a essere piccoli cittadini che rispettano il lavoro dei docenti, dei dirigenti scolastici, dei giuristi...non è mai troppo presto o troppo tardi.

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