È tornato lo spettro del 2003
Bagattoni, compianto direttore della Cantina Sociale di Forlì Predappio, un giorno, mentre osservava i soci che scaricavano il sangiovese durante la vendemmia e si lamentavano del basso alcol potenziale delle uve, disse beffardo in dialetto: «Nuitar e sanvez al arcuien pri Sant», che tradotto significa «Noi il sangiovese lo vendemmiamo per i Santi». Erano i primi anni Settanta, quando la produzione di uve era sostanzialmente quantitativa, i filari venivano curati smuovendo il terreno in superficie, i portainnesti delle viti erano molto vigorosi e la potatura aveva come obiettivo più quintali possibili. Negli anni Duemila nemmeno il mitico Bagattoni direbbe di nuovo quella frase, men che meno quest’anno. Dopo un inverno e una primavera con scarsa piovosità ci siamo infilati in un’estate con zero acqua e troppo caldo, senza negarci della grandine da guiness. A Forlì abbiamo battuto il record con 43 gradi. Le vigne, per la maggior parte, sono condotte molto diversamente dai tempi di Bagattoni. Non viene fatta una vera lavorazione della terra in mezzo ai filari, sono state impiantate viti su portainnesti deboli che anticipano la maturazione, le potature sono fatte con intenti qualitativi e i grappoli vengono eliminati per garantire un’altissima qualità, di conseguenza i pochi rimasti tendono ad anticipare la maturazione. Il fatto che quest’estate sia sempre stata calda ha quantomeno permesso ai vigneti di adeguarsi alla situazione, trovando una comfort zone all’interno di un quadro siccitoso. Tutti ora rispolverano la calda estate del 2003. Quell’anno raccolsi il primo sangiovese il 28 di agosto e non era in grandissima forma: molti chicchi appassiti in parte, alcuni secchi, zuccheri alle stelle e acidità già molto sotto i piedi. Bevute adesso, infatti, le riserve 2003 non serbano grandi sorprese: molto «sedute», hanno un quadro aromatico cotto e pietrificato. Ad oggi le uve non sembrano nello stato di allora, i vinaccioli non sono così amari e le bucce iniziano a essere piuttosto saporite. Certamente c’è un bell’anticipo e non è detto che non si vendemmi un po’ di sangiovese già nell’ultima decade di agosto, sicuramente l’esperienza nefasta fatta nel 2003 ci darà qualche arma in più, si cercherà di raccogliere senza aspettare che il grado zuccherino sia troppo alto e in cantina con le macerazioni si farà molta attenzione a non estrarre troppo da bucce che probabilmente non sono proprio il massimo. Sono convinto che le annate estreme, calde o fredde, non siano mai foriere di grande qualità e posso arrischiarmi a dire, con grandi probabilità di non essere smentito, che la vendemmia 2017 non sarà l’annata del secolo.