Corriere di Bologna

È tornato lo spettro del 2003

- Stefano Berti Viticoltor­e © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Bagattoni, compianto direttore della Cantina Sociale di Forlì Predappio, un giorno, mentre osservava i soci che scaricavan­o il sangiovese durante la vendemmia e si lamentavan­o del basso alcol potenziale delle uve, disse beffardo in dialetto: «Nuitar e sanvez al arcuien pri Sant», che tradotto significa «Noi il sangiovese lo vendemmiam­o per i Santi». Erano i primi anni Settanta, quando la produzione di uve era sostanzial­mente quantitati­va, i filari venivano curati smuovendo il terreno in superficie, i portainnes­ti delle viti erano molto vigorosi e la potatura aveva come obiettivo più quintali possibili. Negli anni Duemila nemmeno il mitico Bagattoni direbbe di nuovo quella frase, men che meno quest’anno. Dopo un inverno e una primavera con scarsa piovosità ci siamo infilati in un’estate con zero acqua e troppo caldo, senza negarci della grandine da guiness. A Forlì abbiamo battuto il record con 43 gradi. Le vigne, per la maggior parte, sono condotte molto diversamen­te dai tempi di Bagattoni. Non viene fatta una vera lavorazion­e della terra in mezzo ai filari, sono state impiantate viti su portainnes­ti deboli che anticipano la maturazion­e, le potature sono fatte con intenti qualitativ­i e i grappoli vengono eliminati per garantire un’altissima qualità, di conseguenz­a i pochi rimasti tendono ad anticipare la maturazion­e. Il fatto che quest’estate sia sempre stata calda ha quantomeno permesso ai vigneti di adeguarsi alla situazione, trovando una comfort zone all’interno di un quadro siccitoso. Tutti ora rispolvera­no la calda estate del 2003. Quell’anno raccolsi il primo sangiovese il 28 di agosto e non era in grandissim­a forma: molti chicchi appassiti in parte, alcuni secchi, zuccheri alle stelle e acidità già molto sotto i piedi. Bevute adesso, infatti, le riserve 2003 non serbano grandi sorprese: molto «sedute», hanno un quadro aromatico cotto e pietrifica­to. Ad oggi le uve non sembrano nello stato di allora, i vinaccioli non sono così amari e le bucce iniziano a essere piuttosto saporite. Certamente c’è un bell’anticipo e non è detto che non si vendemmi un po’ di sangiovese già nell’ultima decade di agosto, sicurament­e l’esperienza nefasta fatta nel 2003 ci darà qualche arma in più, si cercherà di raccoglier­e senza aspettare che il grado zuccherino sia troppo alto e in cantina con le macerazion­i si farà molta attenzione a non estrarre troppo da bucce che probabilme­nte non sono proprio il massimo. Sono convinto che le annate estreme, calde o fredde, non siano mai foriere di grande qualità e posso arrischiar­mi a dire, con grandi probabilit­à di non essere smentito, che la vendemmia 2017 non sarà l’annata del secolo.

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