La vacanza spezzatino ripopola la città «Diamo un servizio, chiuderemo a Natale»
Non sarà semplice fotografare via Rizzoli deserta — voi e le Due Torri senz’anima viva intorno — neppure oggi che è Ferragosto. Il vuoto assoluto delle estati del secolo scorso non c’è più da anni. Dimentichiamoci quella città, con le sue visioni poetiche e metafisiche, per alcuni potenti e irripetibili (se non l’anno dopo) per altri angoscianti. Quella Bologna libera, spaziosa e silenziosa è solo un ricordo del passato. C’è rimasto solo il caldo. Tutto il resto è cambiato.
Oggi tutto scorre senza soluzione di continuità. Muta lo stile di vita, non più villeggiature familiari di un mese «stessa spiaggia, stesso mare», ma da un po’ vacanze spezzatino, una settimana qua e una là. Risultato: più bolognesi sotto i portici e qualche negoziante che ha iniziato a scommettere sui concittadini rimanendo aperto. Trovare un bar aperto per un caffè o un tabaccaio per le sigarette (bisogni primari in quei giorni), non è più stata una mission impossible. Il Cantagallo h24 ha smesso di essere l’oasi salvifica di tabagisti e assetati. Il primo vero segnale «istituzionale» di queste mutate abitudini è stato l’allungamento, alcuni anni fa, della stagione di Sotto le stelle del cinema: non più fine luglio, ma metà agosto.
Ora però Bologna sta cambiando ulteriormente pelle. Sul Crescentone, sotto il solleone, non solo bolognesi ma tanti tanti turisti. Non le orde «veneziane» o «fiorentine», ma presenze visibili e tangibili. E non si possono ignorare. La città con i suoi servizi e i commercianti con i loro stanno imparando, piano piano, ad accoglierli. Solo rispetto all’anno scorso (quando in tanti, ancora pigri e disattenti, abbassarono le serrande, come al Mercato delle Erbe), in questa estate 2017 sono più della metà gli esercenti aperti. Bar e ristoranti in primis, ma anche la Velostazione dove arrivano frotte di stranieri. «Vogliamo dare un servizio, chiuderemo solo a Natale». Il Quadrilatero è lo specchio di questa trasformazione, anche se questa tendenza è stata abbracciata anche da chi ha clienti indigeni. Un po’ di passato si respira giusto in periferia. In centro invece i locali food aperti sono tutti sold out. Guide turistiche all’opera con l’ombrellino e i turisti dietro. In giro ragazzi con lo zaino in spalla, cicloviaggiatori, giapponesi in libera uscita da Firenze. Cose mai viste. E gli albergatori non si lamentano. Un altro mondo, abituiamoci.
Folla a Bologna Welcome, forte di sei operatrici e due stagisti liceali, «arrivano da tutto il mondo, provenienze eterogenee, più adulti che giovani, soggiorni brevi». Top delle richieste: cibo, un tour di una giornata, il bus turistico, Asinelli e San Luca, servizi igienici. E informazioni e insegne in inglese. Maybe next time.