«Scontrini record Chi chiude sbaglia, aprire è un affare»
«M olto bene. Ecco come va in questi giorni». Riccardo Bacchi Reggiani è più che soddisfatto. La sua Bottega Portici, sbarcata a maggio sotto le Due Torri, in questi giorni macina clienti su clienti. «A Ferragosto abbiamo fatto 850 scontrini, stiamo parlando di almeno 1.100 pasti. E oggi (ieri, ndr) uguale: come se fosse la settimana in cui abbiamo aperto». Ma non è solo il suo ristorante a lavorare in questo periodo, gli avventori si siedono dai suoi vicini, come il bar Pappare e la gelateria Gianni, e ai tavolini dei colleghi del Quadrilatero. «Certo, noi siamo davanti al simbolo della città, e questo aiuta — riconosce — però è già tre-quattro anni che i turisti scelgono di passare un po’ di vacanze estive in città. Sentiamo parlare meno bolognese e più straniero, anche all’Hotel I Portici registriamo un 97% di camere occupate». Ma la città è nel pieno di un cambiamento, che deve essere assecondato. Così la pensa lui. «Abbassare la saracinesca in questo periodo è una scelta perdente. La consuetudine di una Bologna chiusa per Ferragosto non ha più ragione d’essere, si sta scontrando con un dato di fatto e se stai aperto c’è caso che lavori». «E poi — aggiunge — non è obbligatorio fare le ferie adesso. Io ad esempio le ho programmate a luglio, perché volevo essere qui ad agosto». La città insomma è viva, lo dimostrano i dati di arrivi e presenze, lo conferma l’interesse nazionale che sta destando l’aeroporto, lo ribadiscono i tanti esercenti che scelgono di esserci e non andare via. E magari di fare come Bottega Portici, illustrando il menu anche in inglese. «Vedo tantissimi stranieri — conferma l’ad —, almeno 7 su 10 sono europei e sono belli, si capisce che vengono a visitare una città d’arte: ci sono coppie, famiglie, tutti interessati alla nostra cultura, il loro sguardo si posa sul cibo e poi si allarga a tutto il resto, a quello che è il brand Bologna».