La mappa liquida che personalizza il tour sotto i portici
Una mappa liquida, una rete di bellezze raccontate dai suoi protagonisti, studenti, cittadini, musei e associazioni. È Utopic, l’applicazione nata all’ombra delle Due Torri il cui nome «deriva dalla civiltà basata sulla cultura descritta da Tommaso Moro» spiega il bolognese Paolo Macchiagodena, 42 anni, imprenditore, che insieme a sua moglie Giusi Catalano 42, avvocato, ha fondato l’app culturale. «Abbiamo esperienze all’estero. Da lì vedi i difetti ma anche l’enorme ricchezza culturale che l’Italia ha da offrire» spiega Macchiagodena. Un’app basata su una tecnologia che standardizza le informazioni ma personalizza i percorsi grazie alla geolocalizzazione e alla possibilità di ricercare gli itinerari tematici preferiti e di crearne di propri. «C’è quello sulla street-art, e poi ci sono quelli sullo sport, sui motori, sulle ville liberty inseriti dai ragazzi del Liceo Righi, durante il periodo di alternanza scuola-lavoro». Così l’utopia si è trasformata in realtà: oggi, scaricando l’app, è possibile consultare la mappa sui vari punti di interesse della città segnalati con bandiere gialle. Basta toccarle e si apre una breve scheda con descrizione e indicazioni tecniche sul posto, il costo biglietto e gli orari di apertura. Ogni descrizione può essere accompagnata da testi, immagini o disegni e audio, come avviene nel caso di del Palazzo Bentivoglio dove i disegni aiutano a capire come era un tempo. «Ogni bandierina, contiene a sua volta altri contenuti consultabili, nel caso di San Petronio ce ne sono di dedicati alla meridiana, al museo e al dipinto di Maometto». In città tra le collaborazioni in atto c’è quella con Genus Bononiae per la mostra La Macchina del tempo a Palazzo Paleotti. Un modo per espandere e collegare l’esperienza della mostra anche al resto della città. Il progetto, a partire dal prossimo autunno, sosterrà le zone terremotate del centro Italia, con le audioguide a pagamento su Piazza Maggiore e Compianto curate da Vittorio Sgarbi.