Vaccini, pediatri e medici di base pronti a collaborare Il nodo incentivi
Medici e pediatri sono pronti a trattare per dare una mano nella mole di vaccinazioni, diventate obbligatorie, da fare nei prossimi mesi a bambini e ragazzini fino a 16 anni. «Crediamo che il nostro ruolo sia fondamentale in questo momento anche per recuperare il rapporto di fiducia con i genitori più dubbiosi o critici», assicura Fabio Vespa, segretario provinciale della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale. «Siamo d’accordo che c’è la necessità di collaborare, c’è già qualche collega che vaccina nelle pediatrie di comunità, su base volontaria, in base a un accordo con l’Ausl di Bologna del 2009», aggiunge Cristina Carboni, segretaria provincianale della Fimp, federazione dei medici pediatri.
Insomma, le basi ci sono. Ora è il tempo di una trattativa che dalle prossime settimane deve entrare nel vivo e a cui l’Ausl di Bologna guarda con grande interesse. Come dichiarato dalla direttrice generale dell’Ausl Chiara Gibertoni «la prima fase, fino a marzo dell’anno prossimo, impegnerà le pediatrie di comunità e le unità di igiene pubblica ma cercheremo, con la Regione, di coinvolgere anche i medici di base e i pediatri per portare avanti un calendario vaccinale divenuto più impegnativo con i nuovi obblighi di legge». I pediatri di fiducia da giugno già vaccinano per l’anti-meningococco di tipo B. «Abbia- mo fatto un accordo ad hoc per questa che non è una vaccinazione obbligatoria e non richiede una rigidità di calendario come le altre — spiega Carboni —, c’è un’adesione volontaria da parte del pediatra che ha un incentivo e può vaccinare i suoi pazienti». Al momento ha aderito circa un pediatra ogni quattro.
L’Ausl mira a fare un analogo accordo anche con i medici di medicina generale così da liberare dei posti nei servizi sul territorio. Parallelamente si sta lavorando a un accordo per tutte le vaccinazioni divenute obbligatorie. «Il tavolo regionale ne sta valutando la fattibilità — prosegue Carboni —. È un problema organizzativo complesso, perché si tratta di dieci vaccini, alcuni vanno ripetuti più volte, bisogna assicurare la catena del freddo per conservarli. Per questo deve essere oggetto di una trattativa, ma c’è la piena disponibilità da parte nostra. Una decina di nostri colleghi già sta facendo questi vaccini, su base volontaria, collaborando con le pediatrie di comunità». «Seguiamo con attenzione questo tema e da parte nostra c’è la massima volontà di collaborazione», conferma Alessandro Ballestrazzi, segretario regiole della Fimp.
Grande apertura anche dai medici di base. «Ci sono alcuni problema di natura organizzativa da superare ma sono ottimista che si arrivi alla condivisione di un percorso con la Regione e l’azienda — assicura Vespa —, riteniamo sia un nostro compito proprio per superare, attraverso il rapporto di fiducia con gli assistiti, le perplessità che si sono diffuse. Abbiamo legato questa partita alla definizione di un’intesa aziendale sulla gestione delle cronicità: stiamo elaborando dei testi sui quali speriamo di trovare un’intesa».