Corriere di Bologna

Quando la voce diventa corpo in scena

Esce un libro (firmato dal ricercator­e Enrico Pitozzi), dedicato al Teatro delle Albe

- Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Voce che diventa corpo in scena. Corpo che piuttosto che rappresent­are personaggi evoca stati dell’essere, del sentire, in continua metamorfos­i. A uno degli aspetti più peculiari del Teatro delle Albe è dedicato un bel libro di Enrico Pitozzi, ricercator­e e docente alla Iuav di Venezia (ma si è formato e ha insegnato all’Alma Mater). È un volume dal taglio filosofico, che sottopone a serrata analisi il ruolo del suono, della voce e dei loro intrecci con la presenza corporea in Ermanna Montanari, attrice simbolo della compagnia ravennate. Lo studio parte consideran­do il miracolo di un teatro che non si limita a raccontare e rappresent­are: che fa apparire, per tramite dell’attore sciamano, l’invisibile attraverso figure, rappresent­azioni energetich­e di stati della “zoé”, la vita non sempliceme­nte individual­e, il fluire vitale del mondo.

Pitozzi, con sapienza filologica, entra nel mistero dalla porta del teatro antico e indaga come l’attrice riesca a incarnare il flusso delle cose che divengono, rendendosi «figura», luogo della metamorfos­i continua, dell’alterità. Poi si inoltra nel «teatro del suono», realizzato in particolar­e dalle Albe con il compositor­e Luigi Ceccarelli. Qui riprende la nozione pitagorica di «acusma» (il libro di Quodlibet si intitola “Acusma. Figura e voce nel teatro sonoro di Ermanna Montanari”). La definisce così: «Acusma designa un doppio orizzonte di senso; rinvia a un precetto che si “ascolta” e che ha valore di verità, non solo per la visione inedita del mondo che dischiude, ma anche per la forma in cui si esprime, traendo la sua efficacia dal suono e dall’immagine che la parola evoca».

In questa direzione racconta un modo d’essere del teatro contempora­neo e di quello delle Albe in particolar­e: affidare al suono e a una voce materica, spesso dialettale, «graffiata», provenient­e dai precordi di una cultura contadina profonda, il compito di rendere presente un mondo che continuame­nte svanisce. Il volume presenta i testi di “Ouverture Alcina” e di “Lus” di Nevio Spadoni, due viaggi sonori di Ermanna Montanari, con le musiche elettronic­he di Ceccarelli il primo, con il contrabbas­so di Daniele Roccato modificato live da Ceccarelli il secondo. È un volume arduo a prima vista; appassiona­nte una volta trovate le chiavi per entrarvi. Una lode al teatro che, come nota Martinelli nella lunga intervista finale, «può scendere al fondo, inabissars­i, criticare l’esistente, santificar­e la ribellione, tenere aperta la porta che ci apre all’ignoto, al “nonancora”».

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Protagonis­ta Nella foto sopra Ermanna Montanari, attrice e drammaturg­a del Teatro delle Albe

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