Corriere di Bologna

Un charity shop sotto i portici

I frati aprono un negozio per sostenere le attività no profit

- Da. Cor.

«Dovranno anche fare informazio­ne sui nostri obiettivi, le attività e i progetti»

I frati dell’Antoniano apriranno il loro primo negozio a Bologna. O meglio, per dirla come si dice all’inglese — visto che la tradizione viene da lì — un charity shop, una bottega solidale. Sarà in un negozio del centro storico, ma ancora l’Antoniano non svela le sue carte, perché ci sono delle trattative in corso. Ma i frati e i collaborat­ori dell’Antoniano, nonostante non ci siano dettagli precisi su dove aprirà, hanno già le idee chiare su come verrà gestito. Sarà aperto sicurament­e da ottobre a dicembre, assumendo quindi la forma di un

temporary shop (almeno per ora), per incentivar­e gli acquisti durante il periodo natalizio. E venderà i prodotti donati all’Antoniano da alcune aziende che si metteranno a disposizio­ne dei frati, ma anche in questo caso il numero potrebbe crescere con il tempo. E sarà proprio qui, oltre che al Festival francescan­o previsto dal 22 al 24 settembre, che entreranno in gioco i volontari messi in lista d’attesa nei giorni scorsi. «Per la mensa e per il centro d’accoglienz­a di San Ruffillo — spiega Alessandro Albergamo, responsabi­le del Centro d’ascolto dell’Antoniano — abbiamo preso solo trenta nuovi volontari, nonostante le offerte d’aiuto fossero state più di cento. Abbiamo già avvisato quelli che sono rimasti fuori, che avremo bisogno di aiuto anche sui nuovi progetti». E il charity shop è sicurament­e in cima alla lista. «Chi avrà voglia di mettersi a disposizio­ne potrà farlo anche per il nostro negozio: abbiamo previsto turni di quattro ore per tutti i volontari che staranno nella bottega solidale». E non avranno solo il compito di vendere i prodotti regalati dalle aziende, con il cui ricavato l’Antoniano sosterrà tutte le altre sue attività no profit. «I volontari — spiega Albergamo — dovranno anche fare informazio­ne sugli obiettivi dell’Antoniano, sulle nostre attività, sui nuovi progetti che stiamo attivando». Perché i frati hanno bisogno che la gente sappia che l’Antoniano non vuol dire solamente Zecchino d’Oro o mensa per i poveri. Il charity shop, quindi, sarà una vetrina in tutti i sensi.

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