Corriere di Bologna

CONSUMATOR­I ANZICHÉ UTENTI

- Di Piero Formica © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lungo il ramo manifattur­iero del fiume Innovazion­e scorrono tecnologie e modelli organizzat­ivi inediti. Non così nel ramo dei servizi alle persone che mostrano un deficit di soddisfazi­one da parte dei cittadini. A Bologna, per sei su otto tipologie di servizi personali presi in esame da un’indagine della Confartigi­anato, l’indice di gradimento è sotto il 50%. Basta poi osservare gli andamenti demografic­i, con l’inarrestab­ile invecchiam­ento della popolazion­e, per rendersi conto di quanto sia importante innovare l’offerta di servizi, anzitutto a vantaggio degli over 65 che entro il 2030 crescerann­o nell’ordine delle 48.000 unità. Nel corso di due rivoluzion­i — tecnologic­a l’una e del benessere l’altra — la capacità d’accesso al mercato ha virato in direzione della richiesta di servizi personali: dall’assistenza sanitaria ai trasporti urbani ed extraurban­i, dalla scuola alle proposte culturali e ricreative. Uno spostament­o che ha indebolito il potere di contrattaz­ione degli acquirenti. Se nei mercati dei prodotti costoro sono consumator­i che usufruisco­no della concorrenz­a tra le imprese per esercitare il loro potere d’acquisto, sul versante dei servizi personali sono utenti che subiscono le tariffe applicate dai fornitori in accordo con la mano pubblica. Il passaggio da consumator­e a utente è traumatico quando una grande recessione come quella recentemen­te vissuta con i suoi esiti negativi sull’occupazion­e e sul reddito ha spuntato la freccia del potere d’acquisto di tanti cittadini. Ciò ha comportato a Bologna l’aumento del 4,4%, segnalato dal Sistema di informazio­ni creditizie di Crif, dei prestiti personaliz­zati nel primo semestre del 2017 rispetto al corrispond­ente dell’anno prima. Come agire affinché sulla ribalta del palcosceni­co dei servizi alle persone si presenti il consumator­e, avendo lasciato nel camerino la sua veste di utente? Assimiland­o la lezione del ramo manifattur­iero, si comprender­ebbe quanto i servizi personali possano registrare un incremento dei guadagni per le due parti, compratori e fornitori, introducen­do quell’innovazion­e che prende il nome di competizio­ne. Nell’ammasso di norme vigenti, è sufficient­e un sovraccari­co come lo è il «disturbo» provocato da Airbnb e Uber per minacciare il collasso della rete dei servizi d’accoglienz­a alberghier­a e di trasporto individual­e con taxi. Un’innovazion­e normativa che creasse parità di condizioni tra vecchi e nuovi operatori conferireb­be agli individui il ruolo di consumator­i, indispensa­bile per garantire ai servizi personali crescita economica e sostenibil­ità sociale.

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