CONSUMATORI ANZICHÉ UTENTI
Lungo il ramo manifatturiero del fiume Innovazione scorrono tecnologie e modelli organizzativi inediti. Non così nel ramo dei servizi alle persone che mostrano un deficit di soddisfazione da parte dei cittadini. A Bologna, per sei su otto tipologie di servizi personali presi in esame da un’indagine della Confartigianato, l’indice di gradimento è sotto il 50%. Basta poi osservare gli andamenti demografici, con l’inarrestabile invecchiamento della popolazione, per rendersi conto di quanto sia importante innovare l’offerta di servizi, anzitutto a vantaggio degli over 65 che entro il 2030 cresceranno nell’ordine delle 48.000 unità. Nel corso di due rivoluzioni — tecnologica l’una e del benessere l’altra — la capacità d’accesso al mercato ha virato in direzione della richiesta di servizi personali: dall’assistenza sanitaria ai trasporti urbani ed extraurbani, dalla scuola alle proposte culturali e ricreative. Uno spostamento che ha indebolito il potere di contrattazione degli acquirenti. Se nei mercati dei prodotti costoro sono consumatori che usufruiscono della concorrenza tra le imprese per esercitare il loro potere d’acquisto, sul versante dei servizi personali sono utenti che subiscono le tariffe applicate dai fornitori in accordo con la mano pubblica. Il passaggio da consumatore a utente è traumatico quando una grande recessione come quella recentemente vissuta con i suoi esiti negativi sull’occupazione e sul reddito ha spuntato la freccia del potere d’acquisto di tanti cittadini. Ciò ha comportato a Bologna l’aumento del 4,4%, segnalato dal Sistema di informazioni creditizie di Crif, dei prestiti personalizzati nel primo semestre del 2017 rispetto al corrispondente dell’anno prima. Come agire affinché sulla ribalta del palcoscenico dei servizi alle persone si presenti il consumatore, avendo lasciato nel camerino la sua veste di utente? Assimilando la lezione del ramo manifatturiero, si comprenderebbe quanto i servizi personali possano registrare un incremento dei guadagni per le due parti, compratori e fornitori, introducendo quell’innovazione che prende il nome di competizione. Nell’ammasso di norme vigenti, è sufficiente un sovraccarico come lo è il «disturbo» provocato da Airbnb e Uber per minacciare il collasso della rete dei servizi d’accoglienza alberghiera e di trasporto individuale con taxi. Un’innovazione normativa che creasse parità di condizioni tra vecchi e nuovi operatori conferirebbe agli individui il ruolo di consumatori, indispensabile per garantire ai servizi personali crescita economica e sostenibilità sociale.