Corriere di Bologna

Virginio e Andrea, nemici-amici di nuovo alla prova

- Olivio Romanini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quell’affondo durissimo del deputato pd Andrea De Maria contro il sindaco Virginio Merola sul finire del primo mandato, quando il parlamenta­re disse che «l’azione amministra­tiva del primo cittadino non era all’altezza delle sfide che ci si presentano davanti». Era il 10 aprile del 2015 e quell’attacco di De Maria, che apriva alla possibilit­à di scegliere il candidato sindaco con le primarie, è stato il vero e unico ostacolo che ha avuto Merola sulla strada del bis. Probabile che il deputato dem non avesse ancora metabolizz­ato la dolorosa esclusione dalla corsa a sindaco di cinque anni, prima quando all’ultimo giro Bersani gli preferì Merola anche se il vero nodo politico era quello di poter esercitare una maggiore influenza sull’amministra­zione in virtù del suo peso nel partito.

Il sindaco Merola ha optato per la realpoliti­k, si è seduto a un tavolo e ha mediato stringendo poi un patto di ferro con il deputato dem che naturalmen­te è stato ricambiato in tanti modi in cambio dell’appoggio al bis del sindaco: l’addio clamoroso al progetto di Passante Nord per puntare sul Passante di Mezzo, l’ingresso in giunta del sindaco di Calderara, Irene Priolo, tanto per citarne qualcuno. L’ultimo abbraccio di un Merola esausto all’ultimo istante della campagna elettorale in piazza dell’Unità fu riservato proprio all’ex nemico diventato il suo migliore amico politico. E poi, con l’inizio del secondo mandato, i due hanno ritrovato un’intesa anche su temi più generali di politica nazionale. Il sindaco, finita la fase di folgorazio­ne renziana, è tornato tra le braccia della sinistra del Pd dove ha trovato ad accoglierl­o De Maria. I due hanno cominciato un discorso politico nazionale con il coinvolgim­ento dell’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Hanno pubblicato il libro Insieme per auspicare la rinascita di un centrosini­stra largo a livello nazionale.

Dopo è andata come è andata. Prima con la sberla presa al congresso dal candidato della sinistra Andrea Orlando, poi con la scissione di Bersani, Errani e D’Alema che hanno dato vita ad un’altra formazione politica. Adesso arriva la divisione sul congresso e viene da chiedersi che cosa ci sia ancora che li tiene insieme. Per usare un eufemismo si potrebbe dire che li tiene insieme il futuro di Bologna.

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