Vaccini e scuole, c’è il nodo piccoli nidi
Per la Regione i controlli toccano al Comune. Ma Palazzo d’Accursio non è d’accordo
La corsa alle vaccinazioni obbligatorie mette il turbo sotto le Due Torri. Anche nelle scuole e nei servizi educativi per l’infanzia dell’Emilia-Romagna infatti da ieri si è sbloccata la possibilità di trasmettere gli elenchi degli iscritti direttamente alle Asl. Una soluzione nata per snellire l’iter di verifica dei requisiti imposti dalla nuova legge nazionale sui vaccini, riducendo i tempi ed evitando un appesantimento burocratico alle famiglie e all’amministrazione.
La decisione è stata presa ieri dal Garante della privacy che con provvedimento urgente ha risposto all’esigenza manifestata da numerosi uffici scolastici italiani: «In considerazione dell’esigenza segnalata e dell’imminente avvio dell’anno scolastico» si legge nel provvedimento pubblicato sul sito del Garante. In pratica, spiega ancora il documento: «le scuole — sia quelle pubbliche, sia quelle private — ei servizi educativi per l’infanzia possono trasmettere l’elenco degli iscritti alle aziende sanitarie territorialmente competenti. Tali elenchi potranno essere usati per l’attività di verifica delle singole posizioni e per l’avvio delle procedure previste (ad esempio la convocazione dei genitori), nonché per la pianificazione delle attività necessarie a mettere a disposizione dei genitori la documentazione prevista dal decreto».
Un nuovo tassello di fronte al quale il Comune si è messo all’opera per comunicare ai genitori degli iscritti ai nidi e alle materne entro lunedì prossimo nel dettaglio le procedure aggiornate di raccolta e consegna delle documentazioni richieste. Tutto ciò varrà per gli asili nido, le materne e le scuole secondarie, come detto più volte, resta però da sciogliere il nodo dei cosìdetti servizi ricreativi, come i Pge, piccoli gruppi educativi, e i babyparking.
Anch’essi infatti sono sottoposti alla norma regionale sui vaccini, come spiega la responsabile del Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione EmiliaRomagna, Adriana Giannini: «Chi svolge un servizio ricreativo è comunque chiamato a rispettare la normativa, in particolare l’obbligo fissato dalla legge regionale 119 all’articolo 6 comma 2, cioè quello del possesso dei requisiti vaccinali per l’accesso».
Una volta capito che saranno i gestori privati a dover accertare, con la raccolta di autodichiarazioni sul rispetto degli obblighi vaccinali e successivamente con la raccolta dell’attestato di avvenuta vaccinazione (a partire dal 10 marzo 2018), i requisiti dei bambini che usufruiscono delle loro attività, resta da capire chi vigilerà sul loro operato. Anche su questo punto Giannini non ha dubbi e risponde: «Visto che le attività ricreative hanno l’obbligo di inviare una certificazione di inizio attività al Comune, come specificato anche dalla legge regionale all’articolo 9, è il Comune che può disporre dei controlli a campione di idoneità per l’utilizzo dei servizi, fatto salvo il compito di vigilanza sugli aspetti più generali di tipo igienico sanitario che rimane in capo all’Asl». Insomma un controllo potrebbe arrivare dal Comune, questo perché ogni volta che un Pge o un baby parking apre è tenuto a segnalarlo al Palazzo d’Accursio tramite «segnalazione certificata di inizio attività». Ma da Palazzo D’Accursio rispondono che non è ancora definito chi debba fare i controlli e che per ora il compito del Comune è solo quello di verificare i requisiti di funzionamento delle realtà ricreative.
Rimanendo in ambito scolastico, ieri è stato presentato dall’assessore alla scuola, Marilena Pillati, l’open day di presentazione dell’offerta formativa per le scuole della città metropolitana, che si terrà il 5 settembre, dalle 10 alle 16 e 30 a Palazzo Re Enzo. «Cosa abbiamo in comune», è questo il nome della vetrina di attività che gli operatori del settore, 60 in tutto, 20 in più dell’anno scorso, proporranno a insegnanti ed educatori attività da far svolgere ai propri studenti. Novità dell’edizione 2017 sarà la possibilità per le maestre di confrontarsi con l’offerta pensata per i progetti di alternanza scuola-lavoro
L’open day Presentate le attività da far svolgere fuori dall’aula. Sessanta operatori, venti in più