SE LA GENTE NON CAPISCE
Matteo Renzi è passato per la Feste dell’Unità di Bologna. La kermesse nazionale però si svolgerà dal 9 al 24 settembre a Imola. È dal 1949 (Monza) che la sede non era un capoluogo di provincia. Povera Bologna che si sogna Città Metropolitana. La guerra civile sulla nuova segreteria del Pd racconta una miseria intellettuale. I capi si muovono senza consapevolezza del dramma. Come se non ci fosse il rischio che il prossimo anno il Pd non sia più il primo partito (forse nemmeno il secondo) in Italia, con un’ Emilia sempre meno rossa, una Bologna contendibile se gli oppositori troveranno un candidato capace di coniugare civismo-stanchezza-voglia di novità . Brutale, come la politica, ma i leader che litigano sul quasi nulla e il quasi tutto rischiano di essere degli illustri sconosciuti per la gente normale. Critelli, Rizzo Nervo, Paruolo, De Maria…. Provate a chiedere. Idem su Merola e i parlamentari. Attenti a curare pacchetti di voti (in diminuzione) di militanti, a difendere vitalizi («Non cediamo al populismo», come se l’avversione dei cittadini verso i politici fosse una manovra grillina e non la richiesta di inventarsi nuove moralità o riscoprirne di vecchie: da «quanto guadagnavate con il vecchio mestiere?» a «credete ancora che gli elettori considerino la politica un servizio?»). C’è l’incapacità di fare discorsi che si rivolgano a un pubblico più vasto. Sempre meno gente vota, superare muri di disgusto è difficile, tenersi i fedelissimi è essenziale. Si decide nel partito, quel che succede nella società è troppo complicato da afferrare. E se gli altri — da Grillo al resuscitato Berlusconi, al «barbaro» Salvini — fossero più capaci? Ci si allea con Casini e Galletti, invitati alla Festa bolognese: hanno voti da dimostrare, ma prestigio fra i moderati.
Gianfranco Pasquino ha inventato una formula terribile: il non dibattito. Dov’è il confronto davvero metropolitano? Oltre le mura: da Imola a San Giovanni in Persiceto e Budrio (perse dalla sinistra), agli Appennini. Bologna si sognava pure Capitale, adesso la Romagna (dove nel Riminese il Pd sta perdendo tutto) va per i fatti suoi, idem dalla Modena di Stefano Bonaccini in su. Virginio Merola cerca di mostrare i muscoli, bacchetta gli occupanti di case, ha commissariato Fico, la kermesse del cibo, imponendo una data di apertura. Nervosismo persino nelle ambizioni di grandeur. Equilibri e alleanze di potere vero stanno cambiando, dalle banche all’urbanistica, dalle coop alle partecipate. Il Pd, attuale partito d governo, lo sa?