Profughi, il fondo affitti con il «premio» accoglienza
Il fondo sociale per l’affitto dell’anno prossimo potrà contare su 600.000 euro in arrivo da Roma, dopo che negli ultimi anni lo Stato non lo finanziava più.
In realtà queste risorse sono un «premio» deciso dal governo per come il Comune l’anno scorso ha gestito l’accoglienza dei profughi. È stato il sindaco Virginio Merola a decidere di reinvestire questa somma per la casa. «Un sostegno importante — sottolinea Merola — per i precari che hanno difficoltà a pagare l’affitto».
Il fondo sociale per l’affitto del Comune l’anno prossimo potrà godere di un investimento di 600.000 euro. Ma in questo caso la novità è doppia. Non riguarda solo l’entità di questa nuova risorsa che accrescerà un canale non più finanziato dallo Stato, ma anche la sua provenienza.
«I soldi li ho trovati grazie a un finanziamento statale che ci siamo guadagnati per le buone pratiche da noi applicate nell’accoglienza dei profughi», ha annunciato il sindaco Virginio Merola. Nello specifico il governo ha così deciso di premiare l’amministrazione comunale per l’applicazione del suo bando Sprar (il sistema di protezione per i rifugiati e richiedenti asilo) dell’anno scorso. Un bando inferiore come entità a quello di quest’anno, che invece riguarderà 42 comuni su 44 dell’area metropolitana e che andrà ad assegnare borse lavoro, vitto, alloggio, tirocini formativi (e per alcuni, al termine del percorso, ulteriori sei mesi di affitto).
«Il fondo — spiega il sindaco — non è più finanziato dallo Stato e questo ha creato ritardi e ulteriori difficoltà». Lo stanziamento di questi 600.000 euro avverrà a breve, già «con la prossima variazione di bilancio a fine settembre». Inoltre il Comune attende sempre che la Regione faccia la propria parte, come avvenuto in questi ultimi anni, «per stanziare altri fondi». «Si tratta di un sostegno importante — continua Merola — per persone che con il loro reddito hanno difficoltà, perché magari hanno un lavoro precario, a sostenere le spese per la casa».
Il sindaco ne ha dato notizia ieri mattina proprio mentre il segretario nazionale del Pd Matteo Renzi interveniva alla Festa dell’Unità. E dal palco del Parco Nord ribadiva la sua linea sul fronte immigrazione. Quell’ «aiutiamoli a casa loro» che ha creato non pochi scontenti pure dentro al partito. «Aiutiamoli davvero a casa loro... Non l’avessi detto, è venuta giù la rivoluzione. Ma aiutiamoli davvero a casa loro», ha ripetuto Renzi. «La questione immigrazione c’è sempre stata. Non credete a quello che vi dicono che è solo di oggi». Intervenire quindi «nei Paesi di origine, investire in Africa». E tutto questo, si dice convinto l’ex premier, «si può fare non solo con le grandi aziende ma con la cooperazione, con gli investimenti nei luoghi di origine».