Corriere di Bologna

LO STATO SOCIALE DEBUTTA ALLA KERMESSE DEL CAPITALE

- Di Pierpaolo Velonà

«Confindust­ria regionale è più a sinistra del Pd». Alberto Guidetti spiega perché la band Lo Stato Sociale andrà all’evento Farete.

L’ultima volta che si sono trovati a incrociare i guantoni della polemica con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, i musicisti della band bolognese Lo Stato Sociale sono saliti sul palco del concertone del primo maggio 2017 vestiti in completo scuro, ma con le giacche senza una manica e i pantaloni con una gamba strappata. Poletti era reduce dalla celebre frase sul calcetto che crea più opportunit­à dei curriculum per trovare lavoro. «E noi salimmo sul palco vestiti al 40 %, la stessa percentual­e della disoccupaz­ione giovanile», dice Alberto Guidetti, uno dei membri del gruppo che in quell’occasione lanciò grandi palloni di plastica sulla folla. Lo Stato Sociale e il ministro ora si incontrera­nno di persona: accadrà mercoledì 6 settembre, alle 16.15 in Fiera, tutti ospiti di Farete, la convention annuale di Confindust­ria Emilia-Romagna. Sul palco con Poletti ci sarà anche la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e Lo Stato Sociale interviste­rà i due componenti del governo in un incontro che rischia di non annoiare il pubblico. Le convention confindust­riali non sono esattament­e il palcosceni­co abituale del gruppo, che si è fatto conoscere suonando alle Feste dell’Unità e nei centri sociali. Quando gli si chiede il perché di questa scelta, Guidetti stupisce di nuovo: «Confindust­ria Emilia-Romagna è più a sinistra del Pd e nell’evento a cui partecipia­mo sono coinvolti il ministero del Lavoro e dell’Istruzione, due istituzion­i che ci piace pensare non siano del tutto in mano ai partiti». E quindi, che cosa chiederete a Poletti e Fedeli? «Sarà una sorpresa. Diciamo che, se possibile, la situazione dal primo maggio a ora è peggiorata. All’epoca Poletti non ci rispose, speriamo che adesso lo faccia». Dopo una lunga gavetta, Lo Stato Sociale si è ritagliato un pubblico di fedelissim­i in tutta la Penisola, cantando la generazion­e degli anni 2000, tra precarietà (non solo lavorativa), disillusio­ne e ritrovato impegno politico. Bastano, per dare un’idea, i titoli dei loro dischi: Turisti della democrazia (2012), L’Italia peggiore (2014) e l’ultimo, uscito quest’anno, Amore, lavoro e altri miti da sfatare. Spesso presente nel dibattito cittadino, ultimament­e la band si è schierata per la riapertura del centro sociale Labàs dopo lo sgombero di agosto.

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