Il boom delle operazioni «a rischio riciclaggio»
Nel 2016, a Bologna, 1.463 segnalazioni agli 007 della Banca d’Italia. Nel mirino money transfer e centri scommesse In regione le transazioni con denaro sospetto sono state 6.979, in crescita del 22,3%. Solo la Lombardia ha fatto peggio
Sos operazioni finanziarie sospette di riciclaggio: a Bologna il campanello d’allarme nel 2016 ha suonato 1.463 volte. Ogni giorno ci sono state quattro operazioni, movimentazioni di fondi, versamenti, cambio assegni, che potrebbero riguardare denaro sporco e sono finite nel mirino degli 007 della Banca d’Italia e dell’autorità giudiziaria. Le segnalazioni erano state 1.294 nel 2015. In Emilia-Romagna, invece, erano state 5.579 nello stesso periodo, salite a 6.979 nel 2016. A Bologna si registra il 21% dei movimenti di denaro segnalati in tutta l’Emilia-Romagna. I numeri sono contenuti nel rapporto annuale dell’Unità di informazione finanziaria, l’unità di intelligence finanziaria della Banca d’Italia.
È stata istituita dieci anni fa in conformità alle norme internazionali e comunitarie che obbligano ogni Stato a dotarsi di una financial intelligence unit con funzioni di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. La UIF è incaricata di acquisire i flussi finanziari e le informazioni riguardanti ipotesi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo principalmente attraverso le segnalazioni di operazioni sospette trasmesse da intermediari, sportelli bancari e postali, e altri operatori come money transfer, sale slot e centri scommesse.
Sulle informazioni ricevute, l’Unità finanziaria effettua un’analisi, utilizzando l’insieme delle fonti e dei poteri di cui dispone, e valuta la rilevanza ai fini della trasmissione agli organi investigativi, per l’eventuale sviluppo dell’azione di repressione. Inutile sottolineare che i settori a cui gli analisti prestano maggiore attenzione sono il crimine organizzato, la corruzione, l’evasione fiscale. Nel corso del 2016 la UIF ha ricevuto 101.065 segnalazioni da tutta Italia, con un incremento di oltre 18.000 unità rispetto al 2015 (+ 23%). «L’andamento del flusso segnaletico —si legge nel rapporto — è stato influenzato dai provvedimenti in materia di regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero (voluntary disclosure), che hanno generato considerevoli aumenti nel numero di Sos». Anche in Emilia-Romagna il considerevole aumento delle segnalazioni è dovuto alle numerose operazioni di rientro dei capitali esteri, che ha fatto salire la regione al secondo posto per picco percentuale del numero di sos (+22,3%). Solo in Lombardia le movimentazioni sospette sono cresciute in misura maggiore che in Emilia-Romagna (+25,1%). A confronto con le altre regioni, invece, il numero degli sos provenienti dagli intermediari finanziari, pone l’Emilia-Romagna al sesto posto, dietro Lombardia, Lazio, Campania, Piemonte e Veneto. Nelle altre città del territorio regionale, il rischio riciclaggio è stato segnalato nel 2016 1.087 volte a Modena, 886 a Reggio Emilia, 845 a Rimini, 820 a Parma, 538 a Forlì-Cesena, 499 a Ravenna, 468 a Piacenza e 373 volte a Ferrara. L’Unità ha il potere di sospendere operazioni sospette per un massimo di cinque giorni lavorativi, su richiesta del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, della Direzione investigativa antimafia, dell’autorità giudiziaria, oppure d’iniziativa, a meno che ciò non pregiudichi il corso delle indagini. Ogni volta che l’Unità ritiene una segnalazione meritevole di un seguito investigativo, la trasmette alla Guardia di Finanza e alla Dia. A livello nazionale si calcola che solo l’11% (nel 2016) delle segnalazioni analizzate viene archiviato. Tutte le altre finiscono nei fascicoli di Guardia di Finanza e Antimafia.
Bologna ha 1.463 segnalazioni, poi Modena (1.087), Reggio Emilia (886), Rimini (845), Parma (820), Forlì-Cesena (538), Ravenna (499)