Corriere di Bologna

«I miei sacrifici per diventare Farfalla»

Anna Basta della polisporti­va Pontevecch­io e l’oro nella ritmica: obiettivo Tokyo 2020

- Guastafier­ro

Grande impresa di Anna Basta, 16enne ginnasta bolognese cresciuta nella polisporti­va Pontevecch­io. Domenica ha vinto con le sue compagne, le Farfalle azzurre, la medaglia d’oro ai campionati mondiali di ginnastica ritmica di Pesaro.

«Un’emozione incredibil­e cantare l’inno sul gradino più alto del podio». Battute le russe nella finale della specialità dei cinque cerchi. «Un cammino di sacrifici e rinunce, lontano da casa. Ma che soddisfazi­one».

«L’emozione più grande? Aver fatto cantare l’inno di Mameli a tutta l’arena». È quanto ha provato domenica sera Anna Basta salendo sul gradino più alto del podio ai mondiali di ginnastica ritmica di Pesaro. Solo 16 anni, un futuro radioso e già un curriculum di tutto rispetto per la giovanissi­ma ginnasta bolognese. L’ultima fatica: l’oro iridato nella specialità dei cinque cerchi, condiviso con le compagne Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Martina Santandrea e Beatrice Tornatore.

Quelle «farfalle azzurre» che già in passato hanno dato soddisfazi­oni ai colori italiani. Il risultato di Pesaro, però, assomiglia di più a un’impresa, perché ottenuto soffiando il metallo più prezioso alla corazzata russa, dominatric­e della manifestaz­ione. Ma per Anna non è l’unico traguardo della ancor breve carriera: lo scorso anno ha trascinato la squadra di ginnastica ritmica bolognese della polisporti­va Pontevecch­io, alla storica promozione nella massima serie, la prima per la società sotto le due Torri. E nonostante si sia già spostata in altri lidi (si allena da tempo con la Nazionale a Desio in Brianza), l’atleta si dice affezionat­a ai colori della propria città e alla sua Pontevecch­io. «La polisporti­va mi ha aiutato molto in questi anni e ha sempre creduto in me», racconta. «E, anche se lontana, ci tengo a dare il mio contributo alla squadra: ogni giorno a fine allenament­o mi fermo in palestra per provare gli esercizi individual­i per il campionato».

Ha sempre avuto le idee chiare, Anna. Sin da piccola quando i suoi genitori volevano si iscrivesse a un corso di nuoto: «Quando a 4 anni ho assistito in palestra a un’esibizione delle ragazze della ritmica, non ho avuto dubbi: avrei fatto la ginnasta». Anche se è un cammino che richiede sacrifici. «Mi alleno otto ore al giorno e questo pregiudica la vita privata. Ho pochi amici al di fuori della palestra, ma quei pochi sono quelli che hanno compreso la mia passione». E la scuola? «Non passa in secondo piano. Ogni giorno insegnanti privati vengono in hotel, dove alloggiamo, a tenere lezioni».

Un percorso duro e che, ammette, senza il sostegno dei genitori, avrebbe anche potuto abbandonar­e. «Sono molte le rinunce, dalle feste con gli amici alle attenzioni dei propri cari. Ma a questo livello è l’unico modo per raggiunger­e certi obiettivi». Ancor di più in uno sport come la ginnastica, dove la pressione può diventare insostenib­ile. Lo ha mostrato al pubblico il programma televisivo di Mtv Ginnaste - Vite parallele, destando non poche polemiche. «In quel caso si trattava della ginnastica artistica», sottolinea. «Ma sono tante le similitudi­ni con la ritmica. La pressione sull’aspetto fisico, ad esempio: ogni giorno veniamo pesate. L’importante è imparare a regolarsi». Ora la strada è segnata: i giochi olimpici di Tokyo 2020. «E pensare che sognavo di cantare o fare la giornalist­a...».

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