«Il centro è saturo, mentre la periferia arranca»
Rossi (Confesercenti): «Fuori dalla mura i locali sfitti diventano garage»
Dai negozi sfitti in periferia all’assembramento di attività commerciali in pieno centro. È questo il quadro offerto da Loreno Rossi, direttore di Confesercenti Bologna, sui primi segnali di ripresa del mercato immobiliare non residenziale.
Dopo anni di flessioni le persone sono tornate ad investire nei negozi?
«Stiamo notando anche noi una lenta ripresa delle compravendite nel settore commerciale. In molti sono tornati ad investire nel mattone: i prezzi sono bassi e ha meno rischi rispetto agli affari finanziari. Il problema è che si tratta di una ripresa legata solo a certe zone della città». Quali? «Se guardiamo nelle vie principali del centro storico la ripresa del settore è evidente. La situazione è positiva anche per le attività commerciali più tradizionali che altrove farebbero più fatica. Questo perché, dove non c’è più un indotto di consumi interni, ci pensa il turismo a migliorare gli affari dei negozianti. È sicuramente l’aumento dei viaggiatori in città ad aver determinato i primi segnali di ripresa anche nelle compravendite commerciali. Senza questo tipo di sicurezza non potremmo farcela». E in periferia? «Qui la ripresa non c’è. Se andiamo nei Comuni della prima periferia, oltre ai grandi centri commerciali, nelle strade principali si contano solo i negozi sfitti. Alcune aree, come queste, stanno perdendo sempre più interesse. Tutti vogliono andare in centro, dove grazie ai turisti la crisi dei consumi si sente meno. Ma se si continua così la situazione rischia di esplodere e di ritorcersi contro: il centro storico è ormai arrivato alla saturazione in termini di esercizi commerciali».
Questa corsa ad aprire sotto le Due Torri cosa comporta nel lungo periodo?
«Ci sarà un progressivo aumento dei prezzi e delle locazioni su tutta l’area. E solo i più grossi come la grandi catene o le banche potranno permettersi l’affitto in centro, i piccoli verranno progressivamente spazzati via. Una soluzione potrebbe essere l’applicazione di una cedolare secca anche per le locazioni commerciali, ma la nostra proposta non è stata ancora seriamente considerata dal governo».
E c’è chi, nel frattempo, trasforma il proprio negozio in un garage…
«È una tendenza degli ultimi anni: tenere un locale sfitto costa e molti proprietari preferiscono fare, laddove è possibile, il cambio di destinazione d’uso. Così, piuttosto che tenere uno spazio vuoto, il loro negozio si trasforma in garage. Anche in questo caso il rischio è che intere zone o vie perdano progressivamente la propria identità e si snaturino definitivamente».
Il rischio è che intere zone al San Donato o in quartieri simili perdano del tutto la propria identità Il ruolo del turismo Nel cuore della città volano anche le attività tradizionali e questo grazie ai tanti visitatori