Corriere di Bologna

Scuola, il calendario divide

Lo stupore dei presidi: «Le famiglie chiedono il contrario». Critici anche i sindacati

- Balbi, Giordano

L’idea della Regione di spostare l’inizio dell’anno scolastico in Emilia-Romagna stupisce i presidi, che non nascondono la loro contrariet­à. «Nessuno ci ha consultato, se ce lo avessero chiesto avrebbero scoperto che ogni giorno le famiglie chiedono di fare più attività pre-scuola. I genitori sono in difficoltà, chiedono il contrario, di anticipare l’inizio della scuola». Anche sul web lo slittament­o non ha trovato applausi. Rabbia e critiche montano in Rete— «Scelta pessima, i genitori non hanno tre mesi di vacanza. Chi tiene i bimbi? Anche le nostre tasche ne risentono». Critiche arrivano anche dai sindacati: frena la Cgil, che spera «in una decisione più aderente alle esigenze degli studenti», un no secco dalla Cisl: «Una proposta campata in aria, fatta per far piacere agli operatori turistici».

La proposta di posticipar­e l’inizio dell’anno scolastico al terzo lunedì di settembre trova l’opposizion­e dei presidi. Tra i dirigenti degli istituti scolastici bolognesi la linea proposta dall’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini, di estendere dal prossimo anno le vacanze estive fino alla terza settimana di settembre per non penalizzar­e il turismo, lascia di ghiaccio i presidi di ogni ordine e grado. «Mi pare una boutade dell’assessore, penso che prima di prendere decisioni di questo tipo ci voglia una consultazi­one» spiega Maurizio Lazzarini, dirigente dell liceo scientific­o Enrico Fermi. E poi, continua Lazzarini «ragioniamo sull’intero anno scolastico: Quando dovrebbe finire? Quanto dovrebbe durare? La data di inizio sarebbe perentoria per tutti? Ci vuole una visione di insieme sul calendario scolastico». Sempre tenendo conto che ci sono anche le esigenze delle famiglie da rispettare: «Una settimana in più di ferie significa per molti una settimana in più di campo estivo da pagare».

Filomena Massaro, dirigente di lunga data all’Ic12 e reggente all’Ic11 di Bologna reagisce con sorpresa: «Pensare che la scuola sia veicolata unicamente dalle esigenze turistiche mi è sembrato anomalo». Allo stupore si aggiunge il fatto che, come racconta la dirigente «nessuno ci ha contattato, né chiesto alcun parere in merito, lo abbiamo saputo dalla stampa, eppure esiste una conferenza regionale, composta dai rappresent­anti delle scuole provincial­i, ma anche qui non è stato posto il tema». Se lo avessero fatto, prosegue Massaro, avrebbe scoperto «che ogni giorno le famiglie chiedono di fare più attività pre-scuola e il sentore che abbiamo è quello che i genitori siano in difficoltà rispetto al posticipo dell’inizio delle lezioni». E in effetti le scuole medie Farini anche quest’anno hanno attivato un campo estivo educativo. Se una modifica va fatta, conclude Massaro, dovrebbe riguardare un altro problema legato al calendario scolastico: «Noi sentiamo l’esigenza di frammentar­e alcuni periodi dell’anno, come ad esempio quello che da gennaio porta a Pasqua. Qui la mancanza di festività porta i ragazzi a seguire 4 mesi di scuola senza stacchi, cosa che in altri paesi europei non avviene». Insomma se qualcuno glielo avesse chiesto la preside avrebbe fatto questa proposta in relazione al calendario scolastico: «Direi che viene prima questa esigenza piuttosto che quella del prolungame­nto del periodo estivo di vacanze».

Il preside dell’istituto tecnico Aldini-Valeriani di via dell’Arcoveggio, Salvatore Grillo, non si stupisce che nessuno abbia consultato il mondo della scuola: «È un fatto politico, penso però che un annuncio del genere dovrebbe farlo l’assessore all’educazione». Sulla proposta Grillo ragiona in base agli obblighi imposti a livello nazionale al calendario scolastico (la norma richiede 205 giorni di scuola): «Se aggiungiam­o giorni di vacanze li togliamo da altri ponti: in questo modo eliminiamo l’autonomia scolastica e in più avvantaggi­amo il turismo estivo senza tener conto di quello legato ad altri periodi dell’anno». Poi rimane il fatto che anche nel suo istituto la scuola è iniziata il 21 agosto per 185 studenti: «per andare incontro alle esigenze delle famiglie».

Frena sulla vicenda, la vicesindac­a e assessore comunale alla scuola Marilena Pillati: «Non abbiamo preclusion­i, aspettiamo di conoscere la proposta della Regione. Ma non si tratta di un cambiament­o epocale: stiamo parlando di un paio di giorni». Critico invece il mondo sindacale con Raffaella Morsia, segretaria regionale Flc Cgil, chiede un confronto nelle sedi opportune: «L’importante è che in autunno si avvii il percorso di ascolto attraverso una discussion­e che permetta di prendere una decisione più aderente possibile alle esigenze degli studenti». Mentre, Arturo Cosentino, Cisl Scuola critica: «Una proposta campata in aria, fatta per far piacere agli operatori turistici. Non vedo vantaggi per la scuola»

Sul campo Chi dirige gli istituti segnala le difficoltà dei genitori. «Ma nessuno ci ha consultato»

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In direzione contraria All’Itis Belluzzi quest’anno la scuola è iniziata prima, con corsi per i «primini» fatti anche per aiutare le famiglie in difficolta al ritorno dalle vacanze
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