Gambarelli: «I nostri musei pieni di qualità»
L’assessore alla Cultura Gambarelli: «L’anno scorso il record di 4250 classi in visita alle sale»
Il dipartimento didattico dell’Istituzione Bologna Musei è un vanto. Premiato e imitato all’estero. Oggi ne fa punto di orgoglio anche l’assessore alla cultura Bruna Gambarelli: «Nell’anno scolastico 2016/17, 4250 classi hanno frequentato musei: 450 in più rispetto all’anno precedente».
I musei sono uno strumento di crescita culturale per le nuove generazioni?
«Il nostro sforzo sulla promozione del pubblico sta dando buoni frutti. Le scuole non partecipano a semplici visite ma ad attività e laboratori messi a punto da personale molto qualificato».
È un pubblico che, una volta cresciuto, tornerà?
«Se saremo in grado di mantenere uno standard qualitativo alto».
Sembra che, però, le mostre che attirano pubblico siano sempre più organizzate da privati...
«Abbiamo scopi diversi. e comunque le mostre dei privati contribuiscono ad ampliare l’offerta culturale».
Non c’è il rischio, come ha paventato su queste pagine il presidente di Genus Bononiae Roversi Monaco che mostre brutte oscurino quelle di qualità?
«Bisogna capire cosa si intende per qualità. Noi, come Istituzione pubblica, ci muoviamo su criteri ben precisi». Quali? «L’offerta espositiva deve puntare sulla ricerca scientifica e i musei devono diventare luoghi di sperimentazione e di produzione e di valorizzazione continua delle nostre collezioni permanenti. Sono la nostra identità. Ben vengano anche le mostre di giro, dove le sale sono solo spazi ospitanti, ma quelle toccano ai privati».
Con i privati si può collaborare?
«Non è un male lavorare con i privati, quando servono grossi investimenti economici».
Arthemisia ha realizzato insieme al Comune la grande mostra sugli egizi tra il 2015 e il 2016: è un’esperienza che si può ripetere?
«Con quella stessa formula, sì, con la curatela scientifica affidata allo staff professionale dei musei».
Possiamo aspettarci a breve un’altra grande mostra di questo tipo?
«A fine 2018. Vogliamo mantenere un certa presenza. E la sede sarà sempre l’Archeologico: ha gli spazi più adatti». Insieme a chi? «Dipende dal progetto e dai contenuti».
E nel resto delle sale espositive? Al Mambo?
«Bisogna trovare lo spazio adatto per ogni cosa. Al Mambo, dopo la rassegna in corso su Boltanski arriverà «Revolutija» con le avanguardie del Novecento in collaborazione con l’Ermitage di San Pietroburgo. Per l’occasione abbiamo coinvolto in un progetto comune Cineteca, gli altri musei, Ert e Teatro Comunale».
E poi, diceva,: sperimentazione, linguaggi contemporanei e artisti della regione, Finora non si sono visti grandi slanci.
«Questa è la linea, che va potenziata. Già in un’area del Mambo è allestita una mostra di Maurizio Finotto, artista che insegna nella nostra accademia. Penso anche a residenze, a villa delle Rose, per esempio o a progetti in co-produzione con realtà locali come abbiamo fatto per “Revolutija”».
È ancora sul tavolo il coordinamento delle attività con Genus Bononiae, i Musei universitari e la Pinacoteca?
«Sì, la card dei musei va già in questo senso, ma va potenziata anche questa sinergia che tutti vogliamo, proprio per evitare sovrapposizioni o vuoti. Ma dobbiamo uscire dal centro storico, non solo per quanto riguarda i musei».
Le periferie sono la sua missione...
«Presto presenteremo la mappatura della densità culturale dell’intera città e lavoreremo con ogni operatore individuato tramite il bando delle collaborazioni continuative per fare della cultura, in ogni suo aspetto - teatro, performance, musica, arti visive, narrazione ..- l’identità della città».
Si ripresenta il “lodo” dei finanziamenti a Laminarie, la sua ex compagnia ora diretta da suo marito... «Ancora?» Proviamo a mettere una pietra tombale sulla vicenda?
«Da quando sono diventata assessore non è cambiato niente. Laminarie insieme ad altre realtà è parte di una delibera del 2014 che affida fondi a specifiche attività. E gli uffici hanno agito di conseguenza».
L’Archeologico con i suoi spazi è la sede delle grandi mostre in collaborazione con i privati A fine 2018 il prossimo appuntamento Vogliamo aprire le porte agli artisti della regione e ragionare in termini di produzione, residenze e sperimenta zione di nuovi linguaggi