Il rebus congressuale sul futuro della giunta E la sanità «rimpiange» già Rizzo Nervo
Il sindaco sul destino delle deleghe in bilico: «Non vi preoccupate, ci penso io». L’ipotesi dell’interim
Il 2 ottobre Luca Rizzo Nervo si dimetterà dalla giunta per correre al congresso provinciale del Pd e a quel punto Virginio Merola si ritroverà senza il suo assessore al Welfare e alla Sanità. Su quello che accadrà dopo il sindaco prova a coprire le sue carte, anche se è probabile che per un po’ si terrà per sé le due deleghe più pesanti di Rizzo Nervo, appunto quelle alla Sanità e al Welfare. Un interim che potrebbe durare fino al 15 ottobre o al più al tardi fino al 22 (nel caso in cui dovesse essere l’Assemblea provinciale del partito, attraverso i suoi delegati, a eleggere il nuovo segretario provinciale democratico).
Che l’esito del congresso riguardi anche il nuovo assetto della giunta lo conferma in qualche modo lo stesso Merola. «Cosa succederà alle deleghe di Rizzo Nervo? Non lo so, bisogna vedere intanto come va il congresso», ha detto il sindaco. Anche se poi si è subito corretto: «Per quanto mi riguarda la giunta è fuori da queste vicende congressuali. Non è un mio problema». In realtà l’esito dello scontro interno al Pd avrà effetti diretti sulla squadra di assessori di Merola. Sia nel caso di vittoria di Rizzo Nervo, che provocherebbe nuovi pesi all’interno del Pd, sia nel caso di una sua sconfitta. Se l’assessore non dovesse farcela, Merola potrebbe valutare l’ipotesi di richiamarlo in squadra con le stesse deleghe di adesso. Anche la strada dell’interim durante le settimane di congresso viene in un certo qual modo avvalorata dal sindaco. Alla domanda su chi si occuperà nel frattempo di sanità e welfare, Merola ieri ha risposto con un generico: «Non vi preoccupate, ci penso io». D’altronde non sarebbe la prima volta. Già a inizio mandato il sindaco si è tenuto per sé la delega alla Mobilità prima di assegnarla a fine agosto dell’anno scorso al sindaco di Calderara di Reno, Irene Priolo.
L’assessore si appresta a rassegnare le dimissioni «con una nostalgia che è già cominciata verso un lavoro che amo molto e per un ruolo straordinariamente importante sulle politiche di welfare e sociali», ha ammesso ieri l’assessore dimissionario a margine dell’inaugurazione della residenza per gestanti e madri con bambini Gianni Beretta Molla. Ma se dovesse diventare il nuovo segretario del Pd, Rizzo Nervo continuerà a interessarsi di questi temi. Anche perché, soprattutto sull’immigrazione, in questi anni si è sentito lasciato «solo» dalla Federazione di via Rivani. Mentre un partito «competente, che sostenga e dia idee agli amministratori, penso sia fondamentale», ha sottolineato, lanciando l’ennesima stoccata al segretario provinciale uscente Francesco Critelli.
L’ipotesi che Rizzo Nervo abbandoni il campo, non tanto ora quanto in caso di un successo al congresso, non viene vissuta bene dal mondo della sanità. Un mondo attraversato da diversi scossoni negli ultimissimi anni, per i vari cambi di poltrona che ci sono stati, e che vede come una nuova tegola l’addio dell’assessore alla Sanità. Sono diversi i processi in corso nella sanità bolognese, in primis quello sulla futura integrazione di funzioni e attività tra gli ospedali del capoluogo e quelli di Imola, che hanno bisogno di una guida salda. Rizzo Nervo, a capo della Conferenza territoriale socio-sanitaria, questa saldezza l’ha garantita fino ad ora. E non era scontato. Il suo ruolo è quello del mediatore, fondamentale tra gli interessi politici dei sindaci che siedono in Conferenza (e che governano i territori) e gli obiettivi che i tecnici si prefiggono. Rizzo Nervo ha studiato bene, con umiltà, i diversi meccanismi che regolano la sanità, appropriandosi
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