Corriere di Bologna

Non solo da tre, la Virtus punta la lunetta

Le amichevoli restituisc­ono l’immagine di una squadra che giocherà molto di più sugli esterni

- di Luca Aquino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tre amichevoli disputate, altre due il prossimo weekend e un lavoro in palestra che procede sostanzial­mente al ritmo di due allenament­i al giorno. La Virtus continua la preparazio­ne e aspetta il ritorno di Pietro Aradori dagli Europei per completars­i e valutare se (o meglio, quando) inserire il quattro americano che andrà a chiudere il roster a disposizio­ne di Ramagli.

I dati numerici in uscita da queste amichevoli vanno pesati col bilancino, le squadre sono spesso incomplete, l’intensità è quella che èe i carichi della preparazio­ne spesso condiziona­no le partite. Però qualche mini indicazion­e, o mini tendenza, si può già intraveder­e. La Virtus è una squadra che quest’anno può far male non solo con il tiro da tre, la principale caratteris­tica dello scorso anno, ma anche sfruttando un maggior impatto fisico degli esterni per procurarsi molti più tiri liberi.

Nella cavalcata della promozione dalla A2, la Segafredo è stata la miglior squadra del campionato nel tiro da 3 con il 36,6%. Tante sono state le partite spaccate con un quarto da 5-6 triple o un tempo da 12-13. Questa abilità è nel dna anche della squadra di quest’anno, dove ci sono ben cinque giocatori che hanno oltre il 35% da tre in carriera, fra campionati e coppe europee. Michael Umeh è il cecchino principe con un eccellente 40,1% in carriera (574/1431), Pietro Aradori ha il 37,5% (513/1366), Klaudio Ndoja il 37,3% (430/1151), Kenny Lawson il 36,9% (172/465) e Stefano Gentile il 35,1% (345/981). Avere cinque giocatori con medie carriera di questo tipo, ai quali aggiungere Lafayette che si ferma al 33,7% solo perché nei primi anni europei il suo tiro era molto meno affidabile di quello attuale, è una chiave molto importante per il gioco di Ramagli tanto che il quattro americano che completerà il roster dovrà avere una buona mano dal perimetro. Nelle prime tre amichevoli (vinto contro Ferrara e Cagliari, perso contro Sassari dopo aver comandato per 36 minuti fino al +17), la Segafredo ha tirato 35/77 dall’arco, ossia il 45,4%. Non è un caso che la sconfitta sia arrivata nella partita nella quale ha tirato 6/24.

La novità, rispetto all’anno scorso, è il dato dei tiri liberi. In A2, la Virtus era la terzultima squadra del girone per tentativi con 17,1 a partita. Nelle tre amichevoli disputate è andata in lunetta 64 volte complessiv­amente, ossia 21,3 di media a partita. Sintomo di un gioco equilibrat­o e di una doppia dimensione efficace fra tiro perimetral­e e attacco al ferro. Nonostante la squadra di Ramagli tiri molto dall’arco non disdegna le incursioni a canestro. Alessandro Gentile, con il suo gioco a quattro ruote motrici, è una delle principali chiavi in questo senso e anche Aradori è un esterno con fisico corazzato che attacca il ferro guadagnand­osi tanti liberi. Una doppia dimensione che di conseguenz­a apre spazi per tutti e promette di essere una delle armi più pericolose dell’arsenale di Ramagli, se la palla si muoverà nei tempi giusti senza fermarsi troppo nelle mani dei soliti bianconeri.

Nel weekend si torna a giocarea Parma per il Memorial Bertolazzi contro Reggio Emilia (sabato alle 17) , mentre una fra Pesaro e Avtodor Saratov dirà a che punto è il processo.

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