Al Museo Ebraico, volti e suoni dal passato
Da stasera la rassegna di incontri «Jewish Jazz»
ne delle Cose, con interventi tra gli altri di Igiaba Scego, Ilvo Diamanti e Luigi Manconi. «La tensione tra Europa e immigrazione — conclude Segre — sta mettendo in discussione l’identità stessa dell’Europa. La storia di Corrado racconta questa crisi di identità. Ho cercato in lui, nel suo ordine e nella sua tensione emotiva, quelle della nostra civiltà e del nostro tempo. Sappiamo bene quanto stiamo abdicando ai nostri principi negando diritti e libertà a essere umani fuori dal nostro spazio, ma proviamo a non dircelo o addirittura a esserne fieri». atmosfere dell’epoca risuoneranno grazie a una nota canzone cinese degli anni 30, Le notti di Shanghai, decomposta e ricostruita da Paci Dalò creando frammenti elettroacustici, samples e campionamenti tratti dal brano originale, a cui il compositore ha aggiunto i propri clarinetti. Ad accompagnare l’audio, le straordinarie immagini di quegli anni ritrovate dall’artista in un fondo del British Film Institute di Londra, di nuovo visibili dopo decenni di oblio. Non solo quindi le vite delle persone che hanno vissuto in quel miglio quadrato, ma anche le diverse architetture, i suoni dell’epoca, le immagini rarissime degli anni in cui, dopo la Notte dei Cristalli, circa 23.000 profughi sono salpati da Trieste per approdare 23 giorni dopo al porto di Shanghai, che consentiva l’ingresso senza né visto né passaporto.
La seconda serata, sabato alle 21, sarà con la sonorizzazione dal vivo del quartetto guidato da Gabriele Coen di Der Golem di Paul Wegener, il film muto del 1920 basato sul mito praghese rappresentante l’archetipo umano, inteso come materia da plasmare e in cui infondere il soffio divino. Gran finale mercoledì 13 con la presentazione ufficiale di Sephirot, il racconto della Kabbalah in musica, nuovo lavoro del sestetto del sassofonista Gabriele Coen, accompagnato dalle interazioni videolive dell’artista Gabriel Zagni.