Corriere di Bologna

Corte dei conti, presentato l’esposto. «Ignorata la legge, valutino il danno erariale dal 2010 in avanti»

«Contratto come dirigenti a 81 non laureati». Viale Aldo Moro: nulla di irregolare

- Velonà

Il M5S va all’attacco della Regione. E presenta un esposto alla Corte dei conti che mette in fila i contratti di 81 dipendenti: 25 nell’attuale legislatur­a, 56 nello scorso mandato, inquadrati e retribuiti secondo la categoria D per la quale, attaccano i grillini «la legge stabilisce come requisito fondamenta­le il possesso del titolo universita­rio». Nessuno degli assunti ha però la laurea. Tra i contratti in esame, anche quello di Fabio Querci, responsabi­le delle Feste dell’Unità provincial­i, assunto nel 2015 dall’assessore ai Trasporti Raffaele Donini.

«Nulla di irregolare — è la replica dell’assessore al Bilancio Emma Petitti — Le norme in vigore prevedono che la laurea non sia necessaria nelle strutture in cui non viene svolta attività gestionale-operativa».

I Cinque Stelle vanno all’attacco della Regione. E lo fanno con un esposto alla Corte dei conti che mette in fila i contratti di 81 dipendenti — 25 nell’attuale legislatur­a; 56 nello scorso mandato, dal 2010 al 2014 — inquadrati e retribuiti secondo la categoria D per la quale, attaccano i grillini «la legge stabilisce come requisito fondamenta­le il possesso del titolo universita­rio». Peccato che i dipendenti in questione, tutti assunti dalla giunta regionale (dagli uffici della presidenza a quelli dei vari assessorat­i) non siano però laureati.

A presentars­i dai giudici contabili, ipotizzand­o un gigantesco danno erariale dato dalla differenza di retribuzio­ne concessa grazie alla presunta irregolari­tà nell’inquadrame­nto, è stata ieri la consiglier­a regionale del M5S Silvia Piccinini. Il suo esposto segue quello presentato qualche mese fa, sempre dalla Piccinini, all’indomani della richiesta di risarcimen­to di 454.000 euro inoltrata dalla Corte dei conti ai vertici dell’assemblea legislativ­a. Il nodo della discordia, allora, fu la nomina di Alberto Allegretti, assunto come capo di gabinetto dal 2010 al 2014 con contratto da dirigente dagli ex presidenti dell’assemblea Matteo Richetti e Palma Costi con paga da 90.000 euro all’anno. L’inghippo, anche in quel caso, era il titolo di studio: Allegretti non si è mai laureato, ma ha solo un diploma di maturità all’Istituto tecnico commercial­e. Tutto è partito da tale vicenda. «In quell’esposto — spiega Silvia Piccinini — facemmo presente che Allegretti aveva ricoperto senza laurea un incarico analogo anche durante i primi sette mesi dell’attuale legislatur­a, all’interno del gabinetto del governator­e Stefano Bonaccini». Al nome di Allegretti, il M5s ha aggiunto quelli di altri 24 dipendenti dell’attuale legislatur­a, tra personale a tempo determinat­o e di ruolo.

Nell’elenco consegnato alla Corte dei conti dai grillini, c’è il nome di Arianna Barbieri (moglie dell’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti) che, pur non avendo la laurea, oltre a essere inquadrata nella categoria D, ricopre secondo il M5S «un ruolo di responsabi­lità», la cosiddetta Posizione organizzat­iva, nella segreteria di Bonaccini, con uno stipendio annuo di oltre 43mila euro. Tra i 25 casi della legislatur­a in corso c’è anche quello di Fabio Querci, attuale responsabi­le delle Feste dell’Unità del Pd di Bologna che a inizio legislatur­a fu assunto dall’assessore ai Trasporti Raffaele Donini, già segretario provincial­e del Pd che aveva lavorato con Querci in federazion­e. Anche Querci, pur non essendo laureato, fu inquadrato come «D» con uno stipendio annuo di quasi 40mila euro, ma durò solo 13 giorni (dal 9 al 22 febbraio 2015), al termine dei quali il funzionari­o rassegnò le dimissioni per tornare in pianta stabile al partito.

«Quella richiesta — dice ora Querci — mi è stata avanzata da Donini anche in ragione di una collaboraz­ione negli anni in cui lui era segretario del partito nei quali è maturato un rapporto di fiducia. Ciò comportava le mie dimissioni da responsabi­le delle Feste dell’Unità, ma dopo solo 13 giorni mi sono reso conto che non potevo stare senza le Feste».

Piccini è ora intenziona­ta ad andare fino in fondo: «Solo nell’ultima legislatur­a — dice Piccinini — i 25 dipendenti senza laurea sono costati quasi un milione di euro all’anno. Cifra che sarebbe stata inferiore se ognuno di loro avesse avuto l’inquadrame­nto legittimo, ovvero la categoria C. La giunta è corsa ai ripari approvando una legge che cercava di sanare simili posizioni, ma molti di questi incarichi erano partiti già prima».

Il riferiment­o di Piccinini è alla delibera risalente al 26 gennaio 2015, poco dopo l’insediamen­to della giunta Bonaccini, con cui il nuovo presidente cercò di disciplina­re ex novo l’assunzione del personale assegnato alle strutture speciali (il gabinetto del governator­e, la sua segreteria particolar­e, quella del sottosegre­tario e della vicepresid­ente; le segreterie particolar­i degli assessori) consentend­o anche ai diplomati di accedervi. Per i grillini, fu il tentativo di sanare le presunte irregolari­tà.

La risposta della Regione è quella dell’assessore regionale al Bilancio e all’Organizzaz­ione, Emma Petitti: «Nulla di irregolare — dice Petitti — Le norme in vigore prevedono che la laurea non sia necessaria nelle strutture in cui non viene svolta attività gestionale­operativa, ma attività di ausilio, collaboraz­ione e raccordo. Inoltre, per quanto riguarda i compensi, i collaborat­ori di categoria D non sono dirigenti e non percepisco­no uno stipendio paragonabi­le a quello dirigenzia­le». E infine: «Dal M5s ci aspetterem­mo qualche proposta per il governo. Sono fermi alla politica degli esposti».

Numeri Sotto accusa 25 incarichi nell’attuale legislatur­a e 56 sotto la presidenza Errani

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 ??  ?? In alto Silvia Piccinini (M5S), a destra, l’ex governator­e Vasco Errani e quello attuale Stefano Bonaccini
In alto Silvia Piccinini (M5S), a destra, l’ex governator­e Vasco Errani e quello attuale Stefano Bonaccini
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Avversari

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