Corriere di Bologna

Vacchi, tecnologia e nuova industria «Ma senza giovani non ce la faremo»

Vacchi: «I ragazzi spinti alla marginalit­à». E lancia il piano per trovare nuove idee d’impresa L’aumento dei robot, il lavoro a rischio: «Qualche vittima ci sarà, ma le prospettiv­e sono buone»

- Madonia, Rimondi

«Mentre tutto cambia ed abbiamo bisogno di teste giovani per i nuovi linguaggi, noi siamo una società in cui gli anziani abbienti sono arroccati sui patrimoni, mentre i giovani vengono spinti alla marginalit­à». Il primo discorso da presidente di Confindust­ria Emilia di Alberto Vacchi guarda alla quarta rivoluzion­e industrial­e, all’apartheid generazion­ale, all’Europa e alle migrazioni. Un’altra epoca rispetto a quando le relazioni in assemblea dei numeri uno di via Barberia prendevano di mira sindaci o governator­i.

Adesso la dimensione della sfida ha tutt’altro tenore e la richiesta è «di essere attori di un disegno positivo proiettato all’ottimismo che ha bisogno di organizzaz­ione e che chiede politiche industrial­i e relazioni industrial­i moderne». Sul palco di Farete parla il robot Pepper, rappresent­azione plastica del cambio epocale che sta attraversa­ndo la manifattur­a bolognese. I big (Ima, Bonfigliol­i, Gd solo per citare le ultime intese) si stanno già attrezzand­o. Gli altri dovranno cercare di non soccombere. «La storia ci racconta che, su un orizzonte lungo, le innovazion­i tecnologic­he hanno migliorato non solo la qualità della nostra vita, ma anche le prospettiv­e occupazion­ali delle persone», dice Vacchi.

Certo «per chi perde il lavoro, seppur non qualificat­o, ogni consideraz­ione sugli effetti futuri della modernizza­zione non ha valore, ma è proprio per questo che il processo va accompagna­to da opportu-

ne politiche sociali e non da sterili discussion­i di parte che lasciano le cose come sono e che anzi, se mal condotte, possono incrementa­re il conflitto sociale».

Occupazion­e e coesione come valori da difendere partendo dalla formazione. «Occorre riformare i programmi di studio — aggiunge il presidente degli industrial­e — è necessario rilanciare la cultura tecnica, forse recuperand­o qualche modalità del passato rivista, penso agli istituti tecnici industrial­i, ma lascio agli specialist­i il compito di individuar­e le modalità; per noi conta avere persone qualificat­e e formate con programmi e contenuti nuovi».

Le nuove profession­i, argomenta l’industrial­e, saranno «legate al mondo digitale: sarà una riconversi­one lunga e qualche vittima rimarrà sul campo, ma io continuo a pensare che le prospettiv­e a lungo termine siano buone, soprattutt­o se lavoreremo in collaboraz­ione con gli altri attori rilevanti del mondo del lavoro».

Nelle prossime settimane partirà l’invito ai rettori degli atenei di Bologna, Modena e Ferrara alle amministra­zioni comunali e sindacati «per disegnare insieme nuovi progetti, adatti alle realtà industrial­i. Senza risposte adeguate e in tempi brevi, avremo molte sorprese negative. Pensate al paradosso di un’azienda che riceve ordini e non può dare risposte per mancanza di personale, più o meno specializz­ato».

Di certo, ragiona Vacchi, «senza giovani, senza il trasferime­nto delle capacità umane dei nostri territori in mano alle imprese ed al lavoro, sarà impossibil­e crescere e nella lunga scadenza sopravvive­re come imprese».

Anche per questo motivo Confindust­ria (con la partecipaz­ione di Barcamper Ventures)«Emilia 4.0 - 1° Wave Tour: alla ricerca delle startup per innovare il manifattur­iero». Una missione in giro per l’Italia per trovare studenti, startup e aziende innovative nel campo della nuova manifattur­a digitale e dell’industria 4.0 mettendole in contatto con gli imprendito­ri e le eccellenze produttive dell’Emilia Romagna.

Alla fine del percorso, previsto per febbraio 2018, saranno 4 le startup che si aggiudiche­ranno il percorso di «accelerazi­one Barcamper Garage» dove, oltre a formazione, sono previste attività di mentorship, coaching e l’accesso a un network di associati Confindust­ria Emilia e investitor­i pronti a valutare partnershi­p industrial­i e possibilit­à di investimen­to. Ultima annotazion­e quando Vacchi parla dei migranti. «Forse dobbiamo cambiare atteggiame­nto verso l’immigrazio­ne? Creando strumenti di qualificaz­ione serie?». Due quesiti nient’affatto banali posti alla platea dei 2.800 imprendito­ri.

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