Corriere di Bologna

«Lo scontro frontale ci faceva pubblicità Ma veniva sempre a darmi la mano»

- Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Era un avversario pugnace e un po’ ossessiona­to dalla questione omosessual­e. Anzi, diciamo molto ossessiona­to». Franco Grillini, leader storico della comunità gay italiana e bolognese, non dimentica la lunga crociata di Caffarra contro gli omosessual­i. L’ultimo duro attacco risale a due anni fa, quando in un’intervista al settimanal­e Tempi predisse la morte dell’Europa. «Poiché — le sue parole — non c’è stata civiltà che sia sopravviss­uta alla nobilitazi­one dell’omosessual­ità. Non dico all’esercizio dell’omosessual­ità. Dico: alla sua nobilitazi­one». Grillini concede a Caffarra «il rispetto dovuto per le persone che decedono». Ma allo stesso tempo, non vuole «sottacere di fronte a posizioni che hanno generato in noi molta sofferenza».

In tutti questi anni si è mai spiegato il perché di queste posizioni?

«Credo ne fosse convinto, come lo erano Wojtyla e Ratzinger che optarono anche loro per uno scontro frontale. Caffarra tirava in ballo la questione omosessual­e una volta ogni due discorsi. Sempre con toni, a mio parere, eccessivi ed esagerati. Altro che interferen­za, qui si andava alla fatwa».

Ha parlato di sofferenza. Quale intervento di Caffarra l’ha ferita di più?

«Tutto il negazionis­mo sull’omofobia. Basti pensare alla recente lettera contro Papa Francesco, anche da lui sottoscrit­ta, su famiglia e omosessual­i. Un’iniziativa inedita, mai avvenuta nella storia del papato».

Alla Chiesa serviva un cardinale come Caffarra a far da argine alla rossa Bologna?

«Certo, ma ha prodotto l’effetto opposto. Per noi omosessual­i fu più facile. Lo scontro frontale ci faceva pubblicità».

Ha mai avuto un incontro diretto?

«Devo dire che con Biffi ci siamo sempre ignorati, nemmeno una stretta di mano. Caffarra quando c’era l’occasione veniva invece sempre a darti la mano. Evidenteme­nte nei miei confronti applicava una bizzarra divisione tra persona e peccato. Ma non ho mai avuto l’occasione di parlarci personalme­nte. Solo attraverso i media».

Con Zuppi le cose per la comunità gay sono cambiate?

«Di recente ha detto che sulla famiglia la Chiesa ha sbagliato, che doveva avere posizioni meno rigide, più dialoganti. Zuppi dialoga con la modernità, Caffarra non l’ha fatto. D’altronde ora viviamo in un mondo dove la famiglia viene vista diversamen­te, dove la Motta fa la pubblicità con l’asteroide».

Il cattolices­imo di Caffarra tornerà a guidare la Chiesa?

«Secondo me no, le posizioni degli ultra tradiziona­listi si sono dimostrate perdenti. Non hanno raggiunto il loro scopo».

Era convinto, come Wojtyla e Ratzinger Parlava di omosessual­i ogni due discorsi Una bizzarra divisione fra peccato e persona

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